Si è quasi chiusa anche quest’anno la campagna affitti 2023, dopo l’incremento delle facoltà universitarie, ma anche dopo le ultime statistiche che collocano l’Università di Enna al terzo posto fra le università isolane, la campagna degli affitti è quasi chiusa, restano le ultime code di rimanenza.
E’ stata sicuramente una campagna affitti molto intenza e fluida tutto sommato nella contrattazione fra offerta e domanda e non ha avuto molti intoppi. Possiamo affermare con certezza, che i contratti per il 90% , sono a stati registrati con la formula di cedolare secca a canone concordato, per intenderci quello che prevede una tassazione agevolata al 10%, oltre ad un abbattimento sull’IMU del 25%, un bel risparmio per i piccoli proprietari che nonostante tutto, continuano ad osservare le fasce di oscillazione previste nell’accordo territoriale, oscillazioni che prevedono dei canoni massimi a 250 euro a camera singola.
Naturalmente continua ad esserci una sparuta minoranza che continua ad affittare in nero, rimanendo poi vittima indifendibile per le inadempienze dei conduttori che non pagano più i canoni e gli oneri accessori provocando gravi danni agli alloggi.
Per fare un bilancio complessivo possiamo dire che il volume economico degli affitti, su 4.900 contratti di locazione portano un reddito lordo totale annuo di circa € 1.535.000, per i piccoli proprietari, di cui € 153.500, va all’erario.
Sono cifre importanti per la nostra città, senza contare che per la dislocazione degli alloggi nei vari quartieri soprattutto a Enna bassa, contribuisce a dare ossigeno ai vari esercizi commerciali.
L’UPPI comunque a livello Nazionale sta continuando una battaglia molto serrata per dare un migliore supporto ai Piccoli Proprietari Immobiliari.
L’U.P.P.I. RILANCIA IN PARLAMENTO PROPOSTE PER LA SEMPLIFICAZIONE E LO SVILUPPO
Si è svolta oggi l’audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla legge di bilancio 2024.
Nessun muro contro muro ma proposte concrete per fronteggiare la crisi di sfiducia dei proprietari di casa: l’UPPI ha rilanciato oggi, davanti alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, le sue idee per un fisco equo e sostenibile per la casa.
Il primo intervento è stato del Presidente Nazionale Fabio Pucci, che ha ricordato come l’82% dei 26 milioni di proprietari di casa siano lavoratori dipendenti e pensionati: “In questo disegno di legge di Bilancio per il 2024 non abbiamo qualcosa per loro – ha affermato Pucci – ma abbiamo dato suggerimenti molto concreti nella pubblicazione già diffusa il mese scorso: certo ci ha colpito l’attacco alla piccola proprietà immobiliare sul fronte degli affitti brevi, non è pensabile che il piccolo proprietario che affitta più di due o quattro case possa essere considerato un imprenditore, con tutti i problemi che ne conseguono”.
Il Segretario Generale Jean-Claude Mochet ha illustrato più in dettaglio le proposte dell’UPPI per semplificare e incentivare la piccola proprietà: “Nulla è stato previsto per prevenire lo scossone degli obblighi sulle case green, ormai imminente: questo, con il previsto incremento di 2 miliardi di imposte sulla casa, vuol dire far perdere fiducia ai proprietari e a chi vuole investire sul mattone.
Quindi proponiamo interventi che incidono quasi zero sulle casse dello Stato per ridare questa fiducia: permettere agli eredi di proseguire con la detrazione fiscale sulla ristrutturazione, estendere la cedolare alle locazioni non abitative ridando fiato al piccolo commercio, ripristinare la deduzione del 15% per le spese manutentive a chi sceglie l’Irpef ed evitare la cedolare del 26% sugli affitti brevi”. Quest’ultimo aumento, ha spiegato Mochet, verrà facilmente aggirato dai moltissimi proprietari, quasi tre su cinque, che hanno redditi sotto i 28mila euro e quindi con aliquota Irpef al 23%. “Sentiamo – ha concluso Mochet – una diffusa preoccupazione tra le centinaia di migliaia di piccoli proprietari che noi rappresentiamo, per questo dal Governo ci aspettiamo segni di attenzione importanti che non danneggino l’Erario”.
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