Democrazia partecipata: 207 Comuni premiati dalla Regione Siciliana
ma per “Spendiamoli Insieme” ci sono almeno 135 casi dubbi
Analizzando dati e documenti, rilevati casi di partecipazione zero (o quasi),
processi in contrasto con la legge e mancanza di informazione
La Regione Siciliana ha assegnato un bonus di quasi 1,3 milioni di euro a 207 Comuni definiti virtuosi nell’applicazione della legge regionale sulla democrazia partecipata relativamente all’anno 2019. Lo ha fatto in forza dell’art. 1 comma 5 della legge regionale 9/20, che prevede la ripartizione dei soldi non spesi dai Comuni inadempienti tra quelli che hanno utilizzato tutte le risorse disponibili.
“Spendiamoli Insieme” (il progetto per il buon uso dei fondi della democrazia partecipata in Sicilia, promosso dall’associazione Parliament Watch Italia, con il supporto di Fondazione CON IL SUD, Civic Europe e Open Society Foundation) ha analizzato i processi in questi 207 Comuni, rilevando evidenti criticità in 135 casi. Si tratta di Comuni che hanno attestato la spesa dei fondi disponibili ma che, dati e documenti alla mano, non convincono dal punto di vista di un effettivo coinvolgimento della cittadinanza previsto dalla legge.
In particolare:
· per 89 dei 207 Comuni “virtuosi” non siamo riusciti a trovare informazioni sui progetti finanziati con i fondi della democrazia partecipata 2019. Eppure dal 2018 i Comuni sono tenuti a pubblicizzare sul sito istituzionale tutte le fasi dell’iter di partecipazione (art. 14, c. 6, della L.R. n. 8/2018);
· in dieci Comuni “virtuosi” nel 2019 la partecipazione è di zero persone (o quasi). In questi centri non sono arrivate né proposte di progetti né voti da parte della cittadinanza, almeno non in numeri significativi;
· in aperto contrasto con la normativa, 15 Comuni non hanno consentito ai cittadini di proporre progetti e almeno 21 non li hanno fatti scegliere tra i progetti disponibili tramite votazioni o assemblea popolare, delegando a comitati tecnico-politici la scelta delle proposte da finanziare con i fondi della democrazia partecipata. Eppure il legislatore regionale ha specificato, nel 2018, che “ogni cittadino o gruppo di cittadini, purché residenti nel rispettivo territorio comunale, può presentare un progetto” e “la valutazione dei progetti spetta alla cittadinanza, che deve essere messa nelle condizioni di esprimere una preferenza”.
“Al netto delle singole storie (poco) esemplari – sottolinea Parliament Watch Italia – il problema è che la Regione Siciliana non raccoglie elementi sufficienti per valutare i processi di democrazia partecipata. La scheda di rilevazione dati trasmessa annualmente può bastare per individuare i Comuni inadempienti e sanzionarli ma non fornisce alcuna informazione sull’effettiva partecipazione promossa nei territori e quindi non può servire a stabilire bonus e premi. Nonostante il meccanismo sia evidentemente ancora da rodare, il concetto di “premiare” buoni processi partecipativi è molto positivo, perché rappresenta un ulteriore incentivo ad un buon uso dei fondi. Resta la questione dell’utilizzo che faranno i Comuni premiati delle risorse aggiuntive che sono senza alcun vincolo di destinazione. Le amministrazioni comunali potranno impiegarle come ritengono ma sarebbe utile, oltre che giusto, che servano per ampliare la partecipazione dei cittadini”.
Pregando di citare www.spendiamolinsieme.it, per i dettagli dell’analisi si può fare riferimento all’approfondimento: https://www.spendiamolinsieme.it/2023/02/07/lanalisi-sui-207-comuni-virtuosi/
Per l’elenco completo dei fondi extra per ciascuno dei 207 Comuni, si può fare riferimento alla pubblicazione online: https://www.spendiamolinsieme.it/2023/01/27/bonus-democrazia-partecipata-13-milioni-di-euro-extra-per-207-comuni-siciliani-virtuosi/