CORONAVIRUS
Si parla già della possibile terza fase della pandemia che da circa un anno affligge l’intera popolazione del mondo.
Abbiamo osservato quanto accadeva nelle varie nazioni e, con un punto di soddisfazione, siamo stati informati che la situazione nel nostro paese era la più controllata.
Ma nonostante si pensava ad una possibile seconda fase, agevolata dalla frescura della stagione invernale, i comportamenti disinvolti che caratterizzano il periodo estivo hanno confermato quanto ritenuto possibile.
Si è creata, però, una situazione ben diversa dalla precedente: la nostra condizione è la peggiore di quella in essere in tutti gli altri Paesi europei.
Moltissimi i provvedimenti adottati per gestire questo nuovo periodo, provvedimenti molto utili, ma spesso contraddittori, accettati da alcuni e fortemente criticati da altri.
In una situazione di pandemia come l’attuale, i provvedimenti dovrebbero essere pochi e rivolti a tutti, per evitare che possano interpretarsi come è avvenuto, a favore di alcuni e a danno di altri.
Oggi assistiamo al gioco del cambio di colore delle nostre regioni per favorire certe attività ed anche questo gioco lascia molti scontenti.
Non voglio favorire polemiche sulla decisione presa con un anticipo di una decina di giorni del blocco delle partenze in vista della festività del Natale.
Con tanto di rispetto per il buon Gesù, in presenza della particolare situazione si poteva benissimo cambiare il colore rosso dei calendari e, per quest’anno, considerare il 25 dicembre come una giornata di riflessione.
Il provvedimento di blocco delle partenze, avrebbe dovuto avere effetto immediato, per non consentire quello che è accaduto: molte migliaia di persone provenienti dalle zone rosse del nord si sono trasferite al sud per “festeggiare” con le famiglie.
Certe leggerezze si pagano care. Già si parla della possibile terza ondata che potrebbe creare le condizioni per una mala “Pasqua”.
Speriamo che i nostri governanti, con in testa il Presidente Conte, adottino solo provvedimenti seri nell’interesse della intera collettività.
angiolo alerci