Ricordate che vi avevamo parlato della giovane donna – una tra i tanti malcapitati in occasioni diverse – che, durante la Giornata della Salute organizzata dal Comitato San Tommaso, si era presentata con il suo amato trovatello per dichiarare e microchippare il piccolo?
Ebbene la donna era però ignara – come molti altri – del fatto che l’assessorato di competenza, nel 2018, con un’ordinanza impedisce ai cittadini di prelevare (quindi salvare) i cani sul territorio senza prima denunciarli alla Polizia Municipale e, quindi, assicurargli un periodo obbligatorio di reclusione in canile. Diversamente la multa è garantita! Così com’è avvenuto dopo tre mesi.
L’Asp in quell’occasione aveva chiesto al Comune l’apertura di una “finestra temporale” quindi la possibilità per i cittadini di approfittare della manifestazione senza essere perseguiti, ma premiati per dichiarare il cane. L’autorizzazione era avvenuta verbalmente, ma poi al momento di trasferire i dati l’amara sorpresa.
Ma al danno si aggiunge anche la beffa. Il Comune ha rigettato infatti l’istanza di annullamento della sanzione presentata dalla stessa cittadina che era stata multata dopo aver microchippato il cane.
L’Amministrazione, nelle motivazioni, fa riferimento alla violazione dell’articolo 7 del “regolamento comunale” vigente in materia di rinvenimento di cani vaganti.
A questo punto chiediamo all’assessore, avvocato Biagio Scillia: non sarebbe opportuno modificare al più presto il suddetto regolamento adeguandolo alle linee guida della nuova legge regionale numero 15 del 3 agosto 2022? Molti comuni siciliani lo hanno già fatto.
Nel precedente articolo – per chi non lo ricordasse -chiedevamo in maniera provocatoria: Togliere un cucciolo dalla strada è dunque un reato? Salvarlo da morte certa o evitare allo stesso Comune di spendere migliaia di euro per una convenzione con un canile è un reato? Sembrerebbe di sì.
Dunque ci sembra di capire che il randagismo non si combatte sensibilizzando la popolazione, invitando la stessa ad adottare sul territorio, microchippare e soprattutto sterilizzare i futuri cani padronali, ma perseguendoli, quindi, scoraggiandoli ad aprire le proprie case agli animali. L’Assessore, sensibile al tema, ha dimostrato una grande disponibilità, promettendo di snellire anche le procedure di affido dal canile. Ma non basta.
Una cittadinanza sensibile farebbe risparmiare le tasche del Comune (oramai lo ripetiamo come un mantra); un assessorato che dialoga con il servizio veterinario dell’Asp -presente ogni volta che è stato interpellato ai tavoli tecnici così come nei consigli comunali – lavorerebbe meglio e con cognizione di causa.
Il Distretto di Veterinaria in un recente passato al Comune di Enna aveva presentato un progetto strutturato in step, per contrastare il fenomeno del randagismo, suggerendo quali cani monitorare e partendo da un preciso raggio d’azione (3 km dal centro città e 3 km dal villaggio Pergusa dove si trovano tra l’altro molte aziende di zootecnia). Suggeriva anche come avviare un’adeguata campagna di sterilizzazione ma il progetto è ti
Asti solo sulla carta,
Ma torniamo alla Legge Regionale n. 15 del 3 agosto 2022, l’articolo 19 – solo per fare un esempio – titola “prelievo sul territorio controllo della popolazione di cani vaganti” e al comma 3 recita: “nel caso in cui il segnalante sia disponibile a farsi carico dell’animale, il sindaco o suo delegato, esperiti gli accertamenti sanitari, può darlo in affido allo stesso. In caso di mancata segnalazione, le spese sanitarie sono a carico del soggetto affidatario”.
Cosa aspetta dunque il Comune di Enna ad allinearsi con la nuova legge della Regione Sicilia?
Inoltre, perché anche tramite una campagna di comunicazione dedicata, non si impegna a presentare i cani del nostro territorio che si trovano in canile attuando “un piano svuota i canili”? Per quanto tempo ancora il canile convenzionato potrà continuare ad accogliere cani, rispettando la legge che tende a garantire spazi minimi di movimento e aree di sgambamento?
Nell’occasione – e qui chiudiamo – vorremo chiedere al Sindaco Maurizio Dipietro e all’assessore Biagio Scillia, un incontro con un comitato spontaneo di cittadini sensibili al tema.
Angela Montalto