LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE REGIONALE DEI BENI CULTURALI E DELL’IDENTITÀ
SICILIANA
Come Confederazione Italiana Archeologi non possiamo che condividere la necessità di potenziare i
ruoli regionali dei beni culturali con l’immissione di professionisti qualificati nei diversi campi dei beni
culturali tramite concorsi pubblici, come di recente dichiarato dall’Assessore Elvira Amata. L’ultimo
concorso, infatti, risale ormai a più di vent’anni fa, quando nel 2000 vennero pubblicati i bandi per
dirigente tecnico archeologo e storico dell’arte, espletati però solo nel 2005 con l’assunzione di 70
archeologi e 35 storici dell’arte.
Questo personale altamente qualificato è stato, purtroppo, inquadrato in posizione D1 (allora
corrispondente all’ex VI livello), molto deteriore rispetto all’ex VIII livello previsto dal Bando di
concorso. In tal modo questi funzionari reclutati con requisiti post-laurea sono ancora subordinati ai
funzionari diplomati (ex VI livello) giunti al D5 tramite gli accordi sindacali del 2001 (D.P.R.S. nn. 9 e
10/2001)
Come abbiamo richiesto più volte a codesta amministrazione, occorre quindi sanare il vulnus di questo
ingiusto inquadramento, nocivo per il buon andamento della stessa amministrazione regionale,
applicando il CCRL vigente al momento dell’assunzione dei funzionari vincitori del Concorso del 2000.
Il CCRL 2001-2005 nella tabella di equiparazione tra le vecchie qualifiche e le nuove fasce prevedeva
che la posizione D3 corrispondesse all’ex VII livello. Se ne deduce che l’ex VIII livello dovesse
corrispondere all’apice del comparto che era allora il D5 e che tale posizione giuridica e retributiva
spettasse ai vincitori del Concorso per “dirigenti tecnici VIII livello”.
Tale riordino della fascia D è presupposto necessario all’indizione di nuovi bandi di concorso per
“funzionario direttivo archeologo, storico dell’arte, antropologo, bibliotecario etc.”, se non si vuole
inquadrare anche questo personale specializzato in posizione subordinata ai diplomati che hanno
raggiunto oggi le posizioni D6-7.
Inoltre, per poter determinare i posti messi a concorso si dovrà realizzare una nuova pianta organica dei
ruoli tecnici dei beni culturali. Infatti, l’ultima pianta organica del settore è stata emanata ai sensi della
L.R. 8/1999, a seguito della quale vennero banditi i concorsi per i “dirigenti tecnici VIII livello”.
Per rideterminare i fabbisogni di personale specializzato occorre, quindi, partire dall’accertamento
dell’attuale presenza dei professionisti dei beni culturali nelle diverse strutture centrali e periferiche del
dipartimento, stabilire i posti vacanti e attribuire al personale laureato con specializzazioni postlaurea
responsabilità e mansioni e carichi di lavoro adeguati al ruolo tecnico direttivo che ad essi è attribuito
per concorso.
Per sanare, da subito, il forte demansionamento subito dai professionisti dei beni culturali, in servizio
da diciassette anni, abbiamo proposto in diverse sedi l’unica possibile soluzione: l’applicazione
doverosa delle norme regionali (L.R. 80/1977 e 116/1980 e s.m.i.) e nazionali (art. 9 bis del Codice dei
beni culturali e del paesaggio come attuato dal D.M. Mibact 244/2019; D.Lgs. 165/2001, art. 19, comma
6) che assicurano ai professionisti dei beni culturali incarichi di direzione non solo delle unità operative
ma anche dei Musei e Parchi archeologici.
In conclusione, prima di chiedere “deroghe” al Governo nazionale in tema di concorsi per il
dipartimento dei beni culturali e identità siciliana, la Giunta regionale dovrebbe preoccuparsi di
riordinare carichi di lavoro, funzioni, mansioni e responsabilità direttive del personale attualmente in
servizio nelle strutture centrali e periferiche dello stesso dipartimento e, successivamente, rideterminare
la pianta organica dei ruoli tecnici dei beni culturali, ancora oggi sottoposta alle leggi 80/1977 e
116/1980, con le successive modifiche. (Il testo aggiornato si può trovare nel volume “Utopia e
impostura. Tutela e uso sociale dei beni culturali in Sicilia al tempo dell’Autonomia” di Francesca
Valbruzzi e Paolo Russo, ed. Scienze e Lettere, Roma 2019, pp. 360- 380).
La nostra Confederazione ha censito la presenza dei “funzionari direttivi archeologi e storici dell’arte”
nei servizi del Dipartimento regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, realizzando la tabella
riassuntiva che ci pregiamo di allegare alla presente. Da questa tabella risulta che i funzionari direttivi
archeologi in servizio sono attualmente 39, mentre i funzionari direttivi storici dell’arte sono 18.
Questi professionisti dei beni culturali attendono da quasi vent’anni di essere inquadrati in una posizione
non umiliante e lesiva delle proprie competenze specialistiche, che consenta loro di poter esercitare le
funzioni istituzionali di alto livello scientifico per cui hanno concorso, con requisiti postlaurea, quali
dottorati e scuole di specializzazione in archeologia e storia dell’arte.
Dovrebbe essere interesse precipuo dell’amministrazione regionale poter utilizzare questo personale
specializzato per i compiti costituzionali di tutela e valorizzazione dell’immenso “patrimonio storicoartistico della Nazione” conservato nella nostra Isola, sul quale si fondano le aspettative culturali delle
comunità locali, studiosi e turisti di tutto il mondo.
Solo il rispetto delle distinte competenze disciplinari all’interno degli Istituti di tutela e dei Luoghi della
Cultura può assicurare “il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”, come recita l’articolo
97 della Costituzione che al comma 2 precisa: “Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere
di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari”.
Per discutere di tale fondamentale tema per il futuro del patrimonio culturale siciliano, la
Confederazione Italiana Archeologi si rende disponibile da subito ad un fattivo e propositivo confronto
con codesto Assessorato.
Dott. Enrico Giannitrapani
Presidente CIA Sicilia
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