Giocare per diritto, aspettando i papà.
Nel carcere di Enna, il 21 luglio festa d’inaugurazione dell’AREA GIOCO per i
figli dei detenuti
Si terrà il 21 luglio, dalle 9 in poi, la festa d’inaugurazione dell’AREA GIOCO di Giocare per
diritto, un progetto Uisp Sicilia selezionato da Impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito
del Fondo per il contrasto della povertà educativa e minorile.
Sarà una festa, un momento in incontro e racconto ma anche di riflessione, a cura di Uisp
Enna, cabina di regia territoriale del progetto regionale.
L’AREA GIOCO è uno spazio riqualificato all’interno della casa circondariale “Luigi Bodenza”
di Enna pensato per attutire il trauma dell’ingresso di un bambino in un istituto
penitenziario quando deve incontrare il suo papà.
Nello specifico è stata convertita in Area gioco lo spazio all’aperto, adiacente la stanza dove i
parenti dei detenuti e i bambini sostano per i controlli prima di entrare a fare i colloqui.
Una casetta di legno dove rifugiarsi per leggere, disegnare, giocare a calcio balilla o con
qualche gioco da tavolo, magari prendere anche un pallone per giocare ed entrare in
relazione con gli altri bambini ma anche andare al piccolo parco dove trovare due giochi a
molla, uno scivolo, l’altalena, tutto su un tappeto di erba sintetica e accessibile anche ai
disabili.
Nella carcere di Enna, in collaborazione e con la direzione, gli agenti di polizia penitenziaria e
gli educatori, 33 genitori hanno preso parte alle attività di potenziamento delle capacità
genitoriali nell’ambito dell’azione Sostegno alla Genitorialità con un team di psicologi, 10
detenuti insieme ai loro figli hanno partecipato ai laboratori ludico motori nell’ambito
dell’azione Ora Gioco e sta per essere avviato con circa 20 detenuti un seminario di
sensibilizzazione sui temi dell’intelligenza emotiva e meta emotiva, nell’ambito dell’azione
FormAzione.
COS’E’ GIOCARE PER DIRITTO?
Una rete di più di 40 partner, tra comitati Uisp, associazioni del terzo settore, istituzioni,
scuole, due atenei universitari siciliani, per dare risposta ai bisogni sul tema del diritto alla
genitorialità dietro le sbarre, migliorando la relazione affettiva tra detenuti e figli, comunità
e territorio.
Come?
Proponendo attività laboratoriali, sportive ed educative; il supporto psicologico per detenuti
e famiglie; l’adeguamento strutturale e riqualificazione degli spazi di aggregazione
all’interno del carcere destinati ai bambini. Tutto per facilitare e migliorare la qualità
degli incontri/colloqui dei detenuti con i figli attraverso proposte differenziate per età dei
minori coinvolti, dai 6 ai 17 anni, dentro le mura degli istituti penitenziari. E non solo.
Giocare per diritto è in 8 istituti penitenziari della Sicilia: Palermo, Enna, Trapani, Catania,
Giarre, Messina, Agrigento, Ragusa.
Ecco nel dettaglio le nostre azioni:
1) Area Gioco: adeguamento strutturale e riqualificazione degli spazi di aggregazione e
incontro all’interno del carcere;
2) Sostegno alla genitorialità: psicologi per i detenuti e le loro famiglie per lavorare sulla
qualità della relazione;
3) Ora Gioco: attività sportive ed educative, ludiche e motorie, rivolte ai bambini figli di
detenuti e non, insieme, dentro gli istituti penitenziari, nelle scuole e nei quartieri dove le
condizioni sociali ed economiche sono difficili;
4) FormAzione: seminari in presenza e on-line per la comunità educante (operatori sportivi,
educatori, professionisti del terzo settore) tenuti da docenti dell’Università di Palermo, per
creare cittadini e professionisti più preparati e consapevoli. Seminari ai detenuti di
sensibilizzazione sui temi dell’intelligenza emotiva e metaemotiva.
L’Università di Catania si occuperà della valutazione d’impatto finale del progetto.
CHI SIAMO?
Giocare per diritto è sperimentazione: nel carcere Pagliarelli di Palermo è stata avviato uno
sportello di consulenza legale per i detenuti.
Giocare per diritto è contaminazione: la casa circondariale “Vittorio Madia” di Barcellona
Pozzo di Gotto (Messina), con cui la cabina di regia di Messina, ha avviato un protocollo
d’intesa, è diventato di fatto il nono istituto penitenziario in cui siamo presenti.
Stessa cosa vale per Danisinni, rione storico del centro di Palermo, dove vivono molti
bambini che hanno genitori che sono o sono stati in istituti penitenziari. Con un protocollo
d’intesa con la Comunità Danisinni ETS e Uisp Sicilia, si è aggiunto ai luoghi in cui operiamo
processi educativi attraverso lo sport con i bambini.
Giocare per diritto è identità: siamo orgogliosi di presentarci con un’immagine d’autore, in
esclusiva, di avere con noi Mauro Biani, illustratore e vignettista tra i più noti in Italia,
impegnato nel rappresentare e nel dare voce a chi spesso non ne ha per rivendicare diritti
spesso violati.
Giocare per diritto è conoscenza: un evento finale della nostro lavoro, iniziato due anni fa,
proporrà contenuti audiovisivi in Virtual Reality, per superare le mura delle carceri, per
vivere a 360° lo spazio, per conoscere i protagonisti del nostro progetto.
Giocare per diritto è ricerca: il progetto ha riscosso interesse dell’Università di Buenos
Aires che vorrebbe esportare il progetto in Argentina. Lo ha dichiarato la docente, Isabel
Maria Miculikc, durante la presentazione di un poster al Convegno Internazionale
sull’Intelligenza Emotiva, tenutosi a settembre dello scorso anno nell’ateneo palermitano.
Nello stesso periodo, il progetto è stato presentato anche a Malta, a Gzira, per avviare una
collaborazione.
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