PALERMO, DONNA FERMATA CON HASHISH, MARJUANA, COCAINA E UNA SCHEDA SIM IN CARCERE PER IL CONGIUNTO DETENUTO
Brillante Operazione congiunta dei Reparti di Polizia Penitenziaria Cinofili e Colloqui di Palermo presso il carcere “A. Lorusso” Pagliarelli che, nei gironi scorsi, hanno colto in flagranza di reato una donna di anni 34, convivente di un detenuto ristretto presso lo stesso istituto penitenziario. Ed è sorprendente quel che gli Agenti hanno trovato, come spiega Calogero “Lillo” Navarra, segretario per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sono sempre più continui e costanti i controlli all’interno del carcere di Palermo. E l’incessante attività operativa ed info-investigativa dei Baschi Azzurri nell’ambito dei servizi di prevenzione di introduzione di sostanze stupefacenti in carcere. In particolare, il contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti, evidenziavano come la donna, volendo fruire di colloqui visivi con il proprio congiunto detenuto, è stata sottoposta al controllo mediante cane antidroga “ENEA”, veniva segnalata e sottoposta ad accurata perquisizione. Aveva, celato nelle parti intime, un voluminoso involucro che conteneva circa 80 grammi di sostanze stupefacenti di vario tipo (hashish, cocaina, marjuana) oltre che una scheda SIM telefonica. Veniva quindi arrestata e associata in carcere, in custodia cautelare, al reparto femminile della Casa Circondariale di Palermo Pagliarelli. Peraltro, la stessa si era presentata in carcere con a seguito i figli minori, che sono stati affidati ad altro familiare, e, dopo l’udienza di convalida, è stata dimessa in regime degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico”. Il sindacalista evidenzia che “l’operazione assume un significato particolare in questo delicatissimo momento, per un corpo di Polizia che professionalmente opera nella società e per la società, ed è la testimonianza che la Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”. Navarra evidenzia infine che “il SAPPE, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi, nonostante i Poliziotti in servizio presso il penitenziario del Capoluogo Palermitano sono ormai oggetto di quotidiane aggressioni, da parte di alcuni detenuti facinorosi, i quali recentemente hanno inscenato delle proteste salendo sui tetti dell’istituto a causa dell’intensificazione delle attività di intelligence finalizzate alla ricerca di cellulari e stupefacenti, quindi è doveroso un ringraziamento a tutte le unità in servizio c/o le varie unità operative per il sacrificio quotidiano al servizio del paese, nonché al gruppo cinofili della Polizia Penitenziaria di Palermo che in questi anni ha raggiunto degli ottimi risultati”.
“E’ un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”, commenta Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria. “Il SAPPE esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi, nonostante il personale in servizio presso il penitenziario di Palermo è sotto organico, ha intensificato la propria attività di intelligence; quindi, è doveroso un ringraziamento a tutte le unità in servizio c/o le varie unità operative per il sacrificio quotidiano al servizio della Nazione”.
“Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rinnovo la richiesta di interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica di ultima generazione per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o ogni altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”, conclude il leader del SAPPE, che ai vertici regionali e ministeriali dell’Amministrazione Penitenziaria chiede un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere di Pagliarelli rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”.