L’ITALIA FEDERALE
Il gran casino che oggi si sta verificando nei nostri media e sulla stampa, per l’approvazione da parte del governo della possibilità di trasformare il nostro paese in una repubblica federale, mi ha ricordato gli articoli da me pubblicati,inseriti nel mio primo volume di “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana.
L’attuale maggioranza si è presentata con un suo programma, approvato dagli elettori, nel quale era stato inserito in modo molto chiaro, questo punto.
La storia, però, viene da lontano.
La lega di Bossi ne aveva fatto allora un cavallo di battaglia, in quanto non condivideva le concessioni di uno statuto speciale a quattro regioni.
Le regioni sono: Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Trentino-Alto Adige/Südtirol, Sicilia e Sardegna, previste dalla nostra costituzione che, in considerazione di specifiche ragioni storiche e geografiche nell’immediato dopo guerra, garantiva a ciascuna di esse particolari forme di autonomia come competenze legislative e amministrative, l’ordinamento finanziario che venivano disciplinate per ognuna, dallo statuto e dalle correlative norme di attuazione.
Col passare del tempo, senza tener conto di quanto accadeva nelle altre regioni, la Sicilia, che non si è dimostrata idonea a gestire questa particolare favorevole condizione, mi ha fatto ricordare alcune mie note nel tempo pubblicate su diversi giornali on line, inserite nel mio primo libro di “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”.