L’Associazione Nazionale Archeologi
lancia la piattaforma pubblica di discussione delle Nuove Linee guida per l’archeologia preventiva
L’Associazione Nazionale Archeologi, ha convocato, dopo oltre dieci anni dall’ultimo incontro, gli Stati Generali dell’Archeologia italiana, insieme a FCdA – Federazione delle Consulte universitarie di Archeologia, Archeoimprese, API – Archeologi del Pubblico Impiego e Assotecnici.
In apertura di conferenza, l’ANA ha lanciato una proposta di collaborazione aperta a tutta la comunità scientifica per l’elaborazione delle nuove Linee Guida per l’archeologia preventiva, documento richiesto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici, come da Allegato 1.8 articolo 1, comma 11 del D.Lgs. N. 36/2023.
Il nuovo Codice Appalti prevede infatti l’emanazione di nuove Linee Guida per l’Archeologia Preventiva, pertanto l’Associazione Nazionale Archeologi (ANA) mette a disposizione di tutta la comunità scientifica la piattaforma elaborata dal proprio Comitato Tecnico Scientifico, raccogliendo un’idea dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA), lanciata in occasione della conferenza romana sull’archeologia preventiva lo scorso luglio 2023.
“Ad un mese da oggi siamo tutti nuovamente convocati per discutere la piattaforma, elaborare proposte e modifiche, e consegnare all’Istituto Centrale per l’Archeologia un testo frutto di elaborazione condivisa.” dichiarano Alessandro Garrisi e Marcella Giorgio, Presidente e Vicepresidente Nazionale, che proseguono: “Per la prima volta in Italia procediamo ad un vero confronto pubblico finalizzato all’emanazione di una norma che impatta sulla professione di tutti gli archeologi italiani”.
“Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici in materia di archeologia preventiva ha un approccio nuovo ed ambizioso” dichiara Paolo Güll Presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’ANA, che prosegue: “questa è un’occasione che richiede delle linee guida chiare, innovative, e coraggiose, perché è una sfida che non possiamo permetterci di perdere”.
L’azione promossa dall’ANA nasce per l’esigenza di dotare i professionisti e la disciplina di uno strumento che tenga conto di tutte le esigenze: della tutela del patrimonio culturale, della operatività delle stazioni appaltanti, della qualità del lavoro dei professionisti ed in generale dell’immagine dell’archeologia nel nostro paese usando un approccio condiviso e partecipativo.