Freddo: arrivano multe fino a 3.000 euro
Il clima insolito dell’autunno 2023 farà sicuramente ritardare l’accensione di camini e impianti di riscaldamento. La mancanza di piogge e le alte temperature provocano però anche un innalzamento dei livelli di smog e bisognerà quindi ricorrere a una limitazione degli orari di accensione e a un’ottimizzazione delle tipologie di impianti di riscaldamento. In Italia non saranno certamente vietati ma per camini e stufe a pellet ci sono diverse restrizioni, differenti a seconda delle regioni.
In Toscana, da quest’anno, oltre alle indicazioni sugli orari e le modalità di accensione, c’è anche il rischio di ricevere una multa fino a 3.000 euro.
Vediamo perché e quali sono le regole da seguire.
Cosa dice la norma su camini e stufe a pellet
In Toscana da quest’anno è partito l’accatastamento obbligatorio semplificato per tutti gli impianti a biomassa. Chi ha in casa il camino, la stufa o la caldaia deve dunque comunicarlo, altrimenti rischia una multa fino a 3.000 euro.
L’obiettivo della regola è quello di fare un censimento di tutti i camini e le stufe installate sul territorio per fare confronti statistici sull’impatto che queste tipologie di strumenti per il riscaldamento hanno sull’inquinamento atmosferico.
L’obbligo della dichiarazione vale sia per i vecchi sia per i nuovi impianti con specifiche modalità in base all’anno di costruzione. Se l’impianto è stato realizzato prima del 15 marzo 2023, è il proprietario della casa o l’inquilino di una casa in affitto a dover dichiarare la presenza di un camino o di una caldaia. Se l’impianto è stato invece installato dopo il 15 marzo 2023, provvederà il manutentore/installatore a comunicarlo sul portale SIERT.
Non vanno accatastati i generatori di biomassa chiusi, quelli dismessi o non in funzione e quelli con potenza nominale inferiore a 10kW utilizzati occasionalmente.
Queste decisione aspira a diventare un modello anche per promuovere politiche di miglioramento dei sistemi di climatizzazione, allo scopo di ridurre la diffusione del PM10 nell’aria, che provoca surriscaldamento e danni alla salute.
Come mettersi in regola
Per accatastare il proprio impianto bisogna accedere con le credenziali SPID al sito della Regione Toscana e il sistema collegherà in maniera automatica il generatore a biomassa sotto il codice impianto corrispondente dell’unità immobiliare.
In caso di controllo da parte dell’ente preposto che verifica la mancata segnalazione alla regione, si hanno 30 giorni per mettersi in regola. Solo dopo aver superato i 30 giorni e un’ulteriore diffida si passa alla sanzione, compresa tra i 500 euro e i 3.000 euro. Se il tuo impianto supera i 10 kw di potenza nominale non si può procedere alla formula semplificata sul sito ma è necessario affidarsi al tecnico installatore o a un altro tecnico specializzato.
Incentivi per gli impianti di climatizzazione
Se l’impianto risulta obsoleto o non a norma con quanto previsto dalle leggi vigenti, in occasione dell’accatastamento si potrebbe anche valutare un ammodernamento dell’impianto o la sostituzione di camini e stufe. Il consiglio è di informarsi sui finanziamenti per la ristrutturazione della casa e vedere se ci sono contributi adatti alla propria situazione. L’opportunità di avere dei finanziamenti potrebbe risolvere problemi di comfort abitativo e favorire un risparmio energetico ed economico, visto che gli impianti di ultima generazione sono progettati per ottimizzare i consumi.