
Un romanzo che è soprattutto un ritratto nitido di una grandissima scrittrice, ma anche di una generazione e di un tempo perduto, malinconico e fiero. Con il suo stile ormai inconfondibile, denso e appassionato, Lo Iacono indaga la vita e i tormenti della Ortese. E al tempo stesso racconta una storia corale, una storia di donne che hanno con il culto della parola e con la dedizione al racconto un rapporto unico e commovente.
«Al che mi è parso chiaro quello che la signorina Anna pensa di tutti i deboli e gli scalcagnati, di tutti i perduti e i rovinati, e cioè che sono pezzi di stelle cadute al rovescio, residui e frattaglie, come gli avanzi che il macellaio mette via per mia madre…»
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