
“Venendo a parlare degli uomini della mia città, farò come uno che avendo guardato da lontano e nella penombra, la lunga sfilata di un esercito, solo di un soldato ricordasse i tratti del volto, che per caso, vide nella piena luce. Nulla posso dire degli innumerevoli cittadini di Petra che nacquero e morirono tra queste mura, e dei quali nulla rimase, tranne qualche nome e qualche indizio, ma dirò solo di quelli che mi stanno intorno oggi, che scompariranno domani, ma ora stan fermi nella sosta di questa epoca.
Oggi la città ha una popolazione di circa quindicimila abitanti, sparsi nei sette quartieri, che stanno tra il colle e il piano, come sette fratelli dello stesso sangue, ma diversi ed a volte un poco discordi. Lo grida il massaro nell’aia lontana, che per incitare le sue bestie a girare sul mucchio dei covoni, canta cantilene e preghiere, ed anche la satira dei quartieri di Petra: « Alla Cadda ci stanno i cornuti » ed al Castello, (che è esposto a tutti i venti) «i ventosi »; all’Itria « la nobilitate », ai Cappuccini « i baciapile » a San Martino « le donne belle » ai Greci « i bisognosi», ai Bagni « i maldicenti»” (da “I fatti di Petra storia di una città” – Nino Savarese, 1937)
Veduta di Enna da Portella dei Monaci