
VIII CENTENARIO DEL RITROVAMENTO DELLA SACRA EFFIGE DI MARIA SS. DELLA CAVA
LE TRE CHIESE DELLA MADONNA DELLA CAVA (I Parte)
Per l’importanza tradizionale e devozionale data dagli abitanti di Pietraperzia ai fatti leggendari del presunto miracoloso ritrovamento, prima del 1223, dell’icona della Madonna della Cava (Il termine “Cava” si riferisce all’atto del “cavare” la sacra icona, dipinta su parete murale, da un terreno in contrada “Runzi”, dove – secondo tradizione – era nascosta) tratteremo brevemente, delle tre chiese e dei due Conventi, intitolati alla Madonna della Cava ed esistenti nel territorio di Pietraperzia: due chiese e un convento sono da ubicarsi in zona rurale e una chiesa e un convento all’interno del nostro paese.
La fonte principale e antica di conoscenza dei fatti devozionali di Pietraperzia è l’opera storica “Relazione critico-storica della prodigiosa invenzione di una immagine di Maria Santissima, chiamata comunemente della Cava di Pietrapercia” del francescano fra’ Dionigi Bongiovanni (anno 1776).
La primogenitura delle chiese dedicate alla Madonna della Cava spetta alla chiesa rurale (“fuori le mura”), “quell’antica”, “che sino ai primi del camminante Secolo si vidde allimpiede”) – precedente alla presente – nella quale vi erano, fra gli altri quadri, quelli di S. Calogero e S. Lorenzo.
Al dire di padre Dionigi, quell’antichissima chiesa, che era grandiosa, resistette fino agli inizi del 1700 e se ne sconosce la data di fabbricazione. Tutte le sue porte erano di stile gotico (“porte alla francese”); aveva la porta maggiore mirante a ponente, e il piano terra, di cui al tempo di P. Dionigi si osservavano ancora le vestigia, poggiante sulla cima della collina.
SIAMO IN GRADO OGGI DI INDIVIDUARE IL LUOGO DOVE FU COSTRUITA LA PRIMA E PIU’ ANTICA CHIESA RURALE DELLA CAVA?
Andando verso la fontana di Satanà, a circa cento metri dal cancello che immette nel piano del Santuario della Cava, vi era sulla destra un cartello con la scritta “Strada vicinale palazzo della Cava”. Questo cartello è stato tolto.
Addentrandosi per quel viottolo, percorribile con la macchina, si arriva ad un podere (foglio di mappa catastale n. 67, particella 237) con un grande caseggiato.
Nell’ottocento esso apparteneva al barone Giuseppe Bonaffini, che lo trasmise alla figlia andata sposa al barone Antonio Pucci. Nel secolo scorso una parte (subalterno 1) divenne proprietà dell’orfanotrofio Flavia Martinez e delle sorelle Martinez Amelia (nata a Pietraperzia il 26 settembre 1896) e Rosaria (nata a Pietraperzia il primo aprile 1881, figlie del letterato Ignazio, e un’altra (subalterno 2) dei barresi Aleo Giuseppe e Allegro Crocifissa (1). Attualmente (dal 28 novembre 1997) al catasto la prima parte (subalterno 1) risulta appartenere al comune di Pietraperzia, la seconda al signor Filippo Drogo di Barrafranca.
Quel palazzo, ormai ridotto a rudere, sembrerebbe richiamare, per l’ampiezza e per la composizione architettonica, un convento monacale e una chiesa. La forma di un chiostro interno delimitato da alcune colonne (che comunque sembrano essere di epoca antichissima) dà la sensazione di essere in un convento.
Nota (1) La porzione di fabbricato rurale in oggetto, che risulta essere al foglio mappale 67, alla particella 237 e SUBALTERNO 2, il 27 agosto 1938 pervenne alla ditta Nicoletti Vincenzo fu Giuseppe per atto rogato al numero 90 dal notaio Milazzo. Il 5 Gennaio 1955 per successione risultava proprietà di Nicoletti Giuseppe fu Vincenzo.
E’ POSSIBILE DEFINIRE LA DATA DI FONDAZIONE DELLA PRIMA CHIESA E L’ANNESSO CONVENTO DELLA CAVA FUORI LE MURA, CIOE’ SUL TERRITORIO RURALE?
Nell’opera storica di padre Dionigi si legge che i frati agostiniani della congregazione di Sant’Adriano ricevettero nel 1617 dal sacerdote Mario Ferraguto di Pietraperzia una disposizione testamentaria che li impegnava a costruire un convento accanto alla chiesa già esistente di S. Maria della Cava; cosa che essi fecero con atto di fondazione “praticata per binas Stipulationes” l’ 8 ottobre 1625 presso il notaio Gaspare Nicoletti (cfr. P. Dionigi, nuova ed. 1998, p. 323).
Nel 1642, a causa di varie incursioni dei banditi, i frati agostiniani decisero di abbandonare il convento rurale della Cava. Dopo il loro abbandono, non abbiamo alcun documento che ci riferisca cosa essi abbiano fatto dell’antico edificio religioso. E’ plausibile che abbiano alienato quel convento rurale per costruire il nuovo convento e la chiesa dentro l’abitato di Pietraperzia. E’ più difficile ritenere che sia stata alienata anche la Chiesa rurale, dove vi era l’icona della Madonna della Cava.
(Tratto dalla Rivista “Pietraperzia” anno 2010)