
Chiuso al pubblico per la presenza di cacciatori abusivi. Lo hanno deciso i gli attivisti dell’Associazione Hsn Al Giran che gestisce l’area archeologica del Villaggio Bizantino a Calascibetta. Secondo questi infatti sino a termine della stagione venatoria non ci sono le condizioni per poter rimanere aperti ai visitatori.
“Eravamo entusiasti di aver riaperto, di poter condividere nuovamente col mondo la bellezza di questo luogo, ma oggi il Villaggio bizantino chiude nuovamente i battenti, per riaprirli a fine stagione venatoria o, comunque, finché non ci sentiremo tutelati da chi di competenza – cita una nota sulla pagina social dell’Associazione – È una questione annosa, è da troppo tempo che non ci sentiamo tutelati, che non vediamo tutelato il sito e chi lo visita, e questa è l’ennesima giornata di caccia in cui siamo letteralmente circondati dagli spari, e davvero non ci sentiamo al sicuro. Nella migliore delle ipotesi, i cacciatori non rispettano le distanze di sicurezza dal sito, nella peggiore, come stamani, vi cacciano tranquillamente all’interno e contemporaneamente in un demanio forestale, il tutto mentre accompagniamo un gruppo di quattro persone. Più di una chiamata alla forestale, fin quando ci viene detto che solo due guardie sono in servizio ma sono ad un’ora di distanza da Calascibetta. Le guardie forestali arrivano in realtà in meno di mezz’ora, visibilmente dispiaciute per non aver potuto fare più in fretta, perché cariche di altre tre mansioni da svolgere in mattinata. Purtroppo, i cacciatori sono già andati, e noi siamo stati costretti, per l’ennesima volta, a metterci faccia a faccia col problema, col timore di ritorsioni verso questo luogo e la sua splendida natura. Quanto accaduto oggi, è emblematico di un problema alla base, perché è inammissibile che in una giornata di caccia come la domenica, in cui arrivano da queste parti squadre di cacciatori da diverse altre province, come avviene da sempre, non ci siano adeguati controlli, né l’adeguata tutela verso chi si fa il mazzo per sbarcare il lunario in un luogo non esattamente “turistico” come quest’area del centro Sicilia, né verso chi vuole godere della natura in un modo diverso dall’inseguire la facile gloria di sparare a un animale. La sensazione, lo ribadiamo, è che sia un mondo “intoccabile” quello della caccia, e noi, sinceramente, in nove anni, abbiamo speso tutte le nostre energie nervose per affrontare “a mani nude” questo e i diversi problemi di questo luogo. Speriamo di rivedere presto tutti voi su questi sentieri, ma adesso non tocca più a noi decidere se ciò accadrà o meno; in questo momento, a queste condizioni, la nostra idea di valorizzazione e tutela non può essere portata avanti.