L’ex cava di Calcarenite nei pressi della miniera di Pasquasia sito idoneo nel rispetto delle normative di sicurezza, per stoccare cemento amianto. Lo afferma Giuseppe Amato, consigliere nazionale e componente dell’ufficio di presidenza regionale di Legambiente. Nelle scorse settimane gli Assessorati regionali all’Ambiente e all’Energia hanno presentato una ipotesi di piano regionale per lo smaltimento di cemento amianto. Quattro i siti individuati, due in provincia di Caltanissetta, Bosco Palo e Milena, uno in provincia di Catania, una ex Cava nei pressi di Biancavilla ed un’altra poco distante da dall’ex miniera di sale potassico di Pasquasia (in attività dal 1959 al 1992). Una notizia questa che ha rispolverato nelle menti il “mistero” della chiusura con il sospetto che le gallerie divennero “magazzino” per qualcosa che non è mai stato provato. E tra l’altro per questa ipotesi di siti per l’amianto c’è il “no” degli enti locali del tutto ignorati. Lo ha confermato il presidente del Consiglio Comunale Paolo Gargaglione contrariato che i territori non sono stati interpellati ma lo dice anche il Gruppo Consiliare del Pd che chiede che venga convocato un consiglio comunale straordinario d’urgenza di Enna e dei comuni potenzialmente interessati e a cui sarà chiesto di farsi portavoce del dissenso delle popolazioni rappresentate. Ancora una volta sarà richiesta la bonifica e lo smaltimento del materiale presente nel sito minerario e per cui erano stati stanziati 20 milioni di euro. Ma Amato precisa che per il cemento amianto il sito minerario non c’entra. “Stiamo parlando di una ex cava di Calcarenite di circa 1 ettaro che esisteva prima della miniera – commenta – e già stato prescelta per smaltire l’amianto dello stesso sito minerario. Ma poi per l’eventuale smaltimento dell’amianto della miniera furono fatte altre ipotesi tra cui anche portarli all’estero e quindi con un aggravio di spese e aumento del rischio visto che il vero pericolo per le lastre di amianto è che si spezzino e la polvere si disperda nell’aria. Invece lo smaltimento in loco con nessuna movimentazione ed una adeguata copertura, azzererebbe quasi del tutto i rischi. Con l’amianto non sono a rischio falde acquifere, non rilascia veleni e neanche fumi. E’ chiaro che quando parlo di sito idoneo lo dico se questi venga prima adeguato ai requisiti di sicurezza che necessita e diventare quello per lo smaltimento dell’amianto di tutta la provincia di Enna. Legambiente da tempo propone che ci possa essere un sito per ogni provincia e che alla sua creazione corrisponda la gratuità per tutta la cittadinanza ennese del costo di conferimento dei manufatti da dismettere”. Ma non è stata da meno la notizia “bomba” della scelta di 4 siti in Sicilia tra i 67 potenzialmente idonei in Italia per l’eventuale stoccaggio di rifiuti nucleari. Tra questi uno a confine con la zona nord della provincia di Enna, tra Castellana Sicula e Petralia Sottana. Ma per il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Commissione Nazionale Attività Produttive Andrea Giarrizzo si rimarrà vigili. “Sarà nostro compito vigilare – commenta – così da assicurare il coinvolgimento delle associazioni e delle comunità locali”.
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