RICORDI DEL PASSATO
ancora presenti come cattivi ricordi, non solo per me.
Nel corso della mia presenza in facebook molti sono stati i problemi che ho ritenuto di porre all’attenzione dei miei amici. Ricordo in particolare la storia della Chiesetta di Kamut, il danno prodotto alla base del nostro Castello di Lombardia e la tragicommedia della strada denominata “panoramica”.
Su questi tre problemi ci sono state delle indiscrezioni e mormorii sui responsabili.
Nello stesso periodo, a datare dal 2008, anch’io ho segnalato certe anomalie da me personalmente vissute.
La richiesta di un varco per accedere ad una particella di terreno, non edificabile e soggetto a vincolo paesaggistico situato sulla Pergusina, un posto solo per potere fare entrare i mezzi per effettuare la manutenzione, indispensabile per evitare incendi Varco da me realizzato utilizzando il silenzio assenso, ma non praticabile per la mancata autorizzazione ad abbattere il cordolo che ne proteggeva l’uso.
Richiesta formulata al Comune di Enna in data 14 novembre 2008 e soltanto a distanza di 10 anni, dopo essere rimaste inevase diecine di lettere raccomandate, il nuovo responsabile del servizio, con nota del 9 ottobre 2018 mi informava che il luogo “a seguito delle opportune verifiche condotte dal competente servizio del Comando di Polizia Municipale, unitamente al personale tecnico dell’ANAS, ricade in proprietà diversa da questo Ente”.
Questa nota, in riscontro ad una mia nota chiarificatrice risultava firmata, dopo solo una settimana, da un nuovo responsabile tecnico comunale da poco in servizio, che sostituiva il vecchio responsabile, trasferito in via temporanea alla provincia.
Nel giro di una settimana il Comune riteneva chiusa una pratica gestita per oltre dieci anni, già nelle mani di un legale per valutare il danno arrecatomi.
La competenza veniva trasferita alla Provincia e la pratica ritornava nelle mani di chi l’aveva “ben curata” per 10 anni al Comune.
Il comportamento non solo fu lo stesso ma, in possesso di un certificato catastale della particella interessata che risultava, come risulta ancora, intestata alla provincia, ad una mia richiesta del 24 ottobre 2018, riscontrata il 6 luglio 2019, solo dopo sette mesi, mi confermò che la pratica non era di competenza della provincia.
Alla mia nuova dimostrazione che il luogo apparteneva alla provincia, comunicando i relativi dati catastali, confermando l’arroganza da sempre dimostrata dall’innominato, affermava “che questa Amministrazione non ha mai posseduto strade in prossimità della particella 38, ricadente nel foglio catastale 168 del comune di Enna”, sconoscendo che l’intero tratto della strada S.Anna- Bivio Ramata da sempre era stato di proprietà della provincia, fino alla data dell’ammodernamento della stessa.
Il responsabile, restituito al Comune, ha lasciato un ufficio molto contagiato dal momento che, in possesso della visura catastale non ha dato riscontro né alla mia nota dell’8 luglio 2019, né alla mia lettera del 25 marzo 2022 con la quale, ai sensi della legge 241/90, ho richiesto l’accesso alla relativa documentazione.
E alla provincia da molto di tempo c’è un Commissario…..
Ma l’innominato ne ha combinato altro, purtroppo per lui, sempre con me controparte.
Nella mia qualità di Presidente del Club nautico di Pergusa sono venuto nella determinazione di procedere alla liquidazione dell’Ente.
Con grande stupore ho riscontrato che il padiglione nautico, costruito su terreno concesso dal Comune e con soldi privati, risulta essere stato accatastato, nel periodo in cui l’innominato era responsabile del servizio del Comune, come proprietà del Comune di Enna.
Anche il Comune, con un sindaco Avvocato, non ha tenuto nella giusta considerazione nemmeno la richiesta di accesso agli atti, fatta ai sensi della suddetta legge 241/90, mentre l’innominato aveva richiesto a me i dati catastali del bene accatastato a nome del Comune.
Anche l’ANAS dopo avermi notificato una nota, sottolineando di non avere effettuato, nonostante “i reiterati inviti” commettendo altro falso, la pulizia del canale, ad una richiesta del mio legale dell’1ottobre 2021 di avere copia dei suddetti inviti non effettuati, non ha ancora risposto.
La stessa Anas che, con il suo inutile verbale, aveva già fatto condannare la Prefettura di Enna con due sentenze del giudice di Pace.
Ho elencato alcuni fatti, tutti da me documentabili ampiamente ma, alla mia età e con il mio passato, non posso fare la figura di chi scaglia la pietra e nasconde la mano.
A dirigere gli uffici tecnici per tutti i fatti accennati, ad esclusione di quelli commessi dall’ANAS, è stata sempre la stessa persona: l’ing. Paolo Puleo che, si dice che sia stato già collocato in pensione.
Ma una approfondita verifica di quant’altro è passato sotto le sue mani, forse, potrebbe farci conoscere altri particolari.
Un rapporto che dura da 14 anni, ancora non risolto, e certamente continuerà a lungo anche per i numerosi aspetti penali e civili legati alla particolare gestione del problema.
Con il Comune sono stati anche coinvolti anche la Provincia e l’ANAS, mentre la Prefettura, come già è stato accennato, anche se indirettamente coinvolta è stata già condannata due volte dal Giudice di Pace.
Il lato positivo è stato ed è che queste mie pratiche mi hanno consentito e mi consentono di gestirle con una presenza e un impegno particolare.
Per questi motivi sento il bisogno di ringraziare l’ANAS che, dopo aver comunicato che il sito era provinciale, redasse un falso verbale, già all’attenzione della Magistratura penale per “falso in atto pubblico, il Comune, la Provincia e la Prefettura che mi hanno fatto trascorrere questi lunghi 14 anni con un impegno non concepibile con la mia età di oggi di 93 anni, pratiche che, conoscendo bene l’altra parte, ho gestito anche con un po’ di malizia.
Come già ho detto il problema del varco per accedere ad una particella di terreno è stato da me portato avanti solo per non essere responsabile di quanto potrebbe accadere in caso di incendio, per la mancata pulizia del sito, eventualità sempre da considerare.
So che per la mia età, con molta probabilità non conoscerò l’esito delle pratiche che sono passate e passeranno nelle mani della Magistratura, ma ho voluto lasciare traccia di come deve essere chiaro il rapporto tra cittadino e i soggetti che gestiscono disinvoltamente l’attività degli enti.
Molti amici ridendo di questi fatti e del ridicolo problema, si soffermano spesso sulla loro lunga durata di oltre 14 anni.
Agli stessi ho raccontato la storia dell’espropriazione dei terreni di mia madre Elena Grimaldi, avvenuta negli anni 1936/40 per la costruzione del villaggio Pergusa, con l’occupazione di mq.5000 di terreno non espropriato ma non occupato, pratica da me definita soltanto nel 2010 dopo circa 70 anni con la retrocessione del terreno non occupato.