
Il sogno di una vita è riuscito a realizzarlo “quasi” del tutto, perché se quelle vetture che sognava di condurre in Formula Uno non è riuscito a guidarle, quanto meno però contribuisce a realizzarle.
Ed è quello che fa da un paio d’anni un giovane ennese di 26 anni, Stefano Bonsignore, che dal 2020 lavora nel dipartimento di aerodinamica della Mercedes di Formula Uno.
Stefano sin da piccolo è sempre stato appassionato di Motorsport sia a 2 che a 4 ruote su pista e fuori strada. Ma, tra tutte le categorie, sognava la Formula Uno e come tutti i bambini, il desiderio più grande sarebbe stato quello di diventare un pilota e poter sfrecciare su quelle monoposto, girovagando per il mondo.
Man mano che passavano gli anni però si rese conto che effettivamente questo sogno rischiava di rimanere tale. Ma la voglia di rimanere nell’ambiente era forte e così dopo la maturità ottenuta nel 2014, con una valigia carica di sogni, si trasferì a Torino, città dell’automobile per antonomasia, per studiare al Politecnico e diventare un ingegnere aerospaziale. Un percorso non certo facile, anzi lungo e tortuoso. Ma convinzione e determinazione gli hanno fatto superare ogni ostacolo, grazie anche al solido appoggio della famiglia.
“Al Politecnico, oltre alle materie di indirizzo, mi sono dedicato anche allo sviluppo aerodinamico di piccole monoposto elettriche, con le quali l’ateneo partecipava alla Formula Student, e ad altri simili progetti – ci racconta – l’aerodinamica, capire come un’auto di 700/800 kg potesse generare forze di diverse tonnellate, è stato sempre il mio pallino”.
Tuttavia, anche dopo il conseguimento della laurea triennale nel luglio del 2017, quel mondo che sognava era sempre molto distante.
“Negli anni mi ero sentito dire tante volte che la Formula Uno era una realtà per pochi – continua a raccontarsi – quasi inaccessibile, ma ciò non aveva cambiato i miei obiettivi”. Ma arriva la svolta. “Proprio in quel periodo venni a conoscenza di un’opportunità. Un’esperienza lavorativa di un anno offerta dal Mercedes-AMG F1 Team, la squadra che aveva dominato le ultime stagioni del campionato di Formula Uno. Scoprirò poi che praticamente tutte le scuderie offrono percorsi simili, ma l’idea di imparare dai migliori mi allettava parecchio”.
Stefano voleva salire a tutti i costi su quel treno che gli stava passando davanti e così si mise in fila, presentando il suo curriculum come tante altre migliaia di colleghi ingegneri, ed iniziò a sognare.
“Sinceramente quel “le faremo sapere” mi seppe quasi di un “No” elegante – continua – ma invece non fu così. Dopo poco tempo mi comunicarono di essere stato prescelto tra i 7 aerodinamici che avrebbero fatto parte della loro squadra per l’anno successivo. Un’emozione indescrivibile: in un attimo mi passarono davanti tutti gli anni di sacrifici che avevo fatto insieme alla mia famiglia da quando avevo lasciato Enna. Adesso “rischiavano” di essere ripagati”.
Stefano riprese la valigia e, nell’estate del 2018, dalla città della Mole si trasferì in Inghilterra a Brackley, a pochi minuti dal famoso circuito di Silverstone. Lì iniziò la sua tanto desiderata “avventura” in Formula 1.
“Cominciai studiando il funzionamento di W09, la vettura che sfidò la Ferrari per il titolo 2018 – quando racconta gli brillano gli occhi – ma i primi progetti a cui mi dedicai personalmente furono su W10. Quella macchina avrà sempre un posto speciale nel mio cuore”.
I mesi di apprendistato passarono veloci, e ben presto Stefano fece ritorno in Italia con un grande bagaglio di nuove conoscenze e amicizie, oltre che con la speranza di aver posto delle buone fondamenta per il suo futuro. Ma, nel frattempo, c’era un percorso universitario da completare, così si rimise sui libri a studiare più motivato di prima, consapevole che una volta ottenuto il titolo avrebbe potuto tentare una vera e propria carriera nella massima categoria motoristica. E difatti, nell’inverno del 2019, con piacevole sorpresa fu nuovamente contattato da Mercedes con la proposta di un colloquio per diventare un aerodinamico a tempo pieno.
“Le cose andarono bene – continua nel suo racconto – così nel settembre del 2020 tornai nuovamente in Inghilterra per riprendere da dove avevo lasciato circa un anno prima. Nel dicembre dello stesso anno mi laureai ufficialmente in AeroGasDinamica e da allora mi dedico unicamente al mio lavoro di aerodinamico in Formula Uno”. Ed il suo sogno così è divenuto realtà.
“Oggi mi sento onorato e orgoglioso di essere un membro del Team Mercedes e di aver vinto numerose gare e ben 3 titoli mondiali nella mia breve carriera da ingegnere.
Da aerodinamico, il mio compito è quello di sviluppare specifiche aree della vettura al fine di incrementarne la performance nelle varie condizioni di utilizzo. In particolare, ormai da tempo mi dedico al fondo della vettura nella zona centrale della monoposto (per intenderci la zona a valle delle ruote anteriori).
Partendo dal disegno in CAD, passando per le simulazioni al computer e numerose rivisitazioni di teorie e ipotesi aerodinamiche, periodicamente mi occupo anche della parte di sperimentazione in galleria del vento.
Vedere le componenti che hai sviluppato sfrecciare su quel bolide a più di 300 km/h è un’emozione che non ha prezzo!”.