
“A figuredda”.
Camminando per la città vi sarà capitato almeno una volta di imbattervi in piccole nicchie , scavate sui muri delle case, all’interno delle quali trovano posto immagini sacre di varia natura: statuette, dipinti od affreschi.
Queste sono spesso accompagnate da iscrizioni su maioliche o direttamente sulla pietra, che riportano la data e spesso la concessione canonica che ne lega la presenza alla possibilità di acquisire intercessione o indulgenza plenaria se vi si recita una particolare preghiera o razione dinnanzi.
Le edicole votive, in dialetto “figureddi”, venivano per lo più realizzate o commissionate dalle famiglie residenti presso le abitazioni nelle quali veniva ricavata la nicchia. In alcuni casi però, queste venivano però realizzate in angoli disabitati ma di interesse comune degli abitanti di un preciso quartiere.
Ad oggi se ne contano poche rispetto al passato ma per fortuna non sono ancora del tutto scomparse.
Come per altre tradizioni popolari cittadine, ad esse sono legate delle storie che si radicano nella notte dei tempi.
Si racconta infatti che vi fosse un’edicola presso il quartiere “Mulino a vento” , dedicata a S. Onofrio detto “U Santu pilusu”, li tutti i campieri e gli agricoltori che viaggiavano sulle giumente e sui cavalli, erano soliti lasciare un ciuffo del pelo del proprio animale da soma quale offerta al Santo che li proteggesse lungo i frastagliati tragitti per raggiungere le terre in cui lavoravano.
Un’altra edicola, stavolta mariana, stava invece nei pressi dell’antica e ormai distrutta, chiesetta dedicata alla Madonna dell’Itria. L’edicola della Madonna era meta di pellegrinaggi da parte delle donne infertili che li si recavano portando un ramo di mirto a chiedere la grazia.
Un ‘edicola , per fortuna ancora esistente, dedicata a San Giuseppe, si trova ancora nei pressi di Via Candrilli poco sotto il campanile di San Giovanni. Questa si dice essere di devozione dei panificatori e pare fosse l’immagine a cui si ispiravano gli stessi nella realizzazione del pane per le tradizionali “Tavolate di San Giuseppe” dei giorni di marzo dedicati alla festa.