LA NUOVA CRISI DEL SISTEMA BANCARIO
Oggi ascoltando in TV una discussione sulla nuova crisi bancaria che ha colpito direttamente gli USA per il fallimento della Silicon Valley Bank ,uno degli interlocutori evitava di esprimersi in modo chiaro per non correre il rischio di allarmare la gente e potersi guadagnare qualche querela.
Il problema riguardava il fatto se quest’ultima crisi, come le altre, avrebbe potuto o meno contagiare anche il nostro sistema bancario che, secondo i soliti, è ben saldo.
Non è mia intenzione scrivere sulle crisi bancarie che si sono verificate nel mondo nell’ultimo secolo, anche se ancora viene ricordata la grande crisi che travolse il mondo intero nel 1929, anno della mia nascita.
Preferisco, invece ricordare quella verificatasi tra il 2007 e il 2013, scoppiata negli Stati Uniti d’America nel 2006, in seguito alla crisi dei subprime e del mercato immobiliare.
Fu innescata dallo scoppio di una bolla immobiliare, che produsse a catena una grave crisi finanziaria nell’economia americana. La recessione aveva poi gradualmente assunto un carattere globale, spinta da meccanismi finanziari di contagio che si è ulteriormente aggravata in diversi Paesi europei,con la cosiddetta crisi del debito degli Stati sovrani.
Quella crisi, che venne sottovalutata dalla nostra governance di allora, creò l’inizio della crisi del nostro sistema bancario che da me venne valutata con diversi articoli pubblicati su diversi giornali on line, successivamente inseriti nei miei libri di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana.
Tra 2008 e 2009 l’economia italiana subisce una delle peggiori contrazioni della sua storia, per quella crisi che, come già detto, è partita sempre dagli Stati Uniti dove era collassato il sistema dei mutui subprime.
Il fallimento di Lehman Brothers travolse l’economia internazionale. In Europa la crisi dei debiti bancari si tradusse in crisi dei debiti pubblici. Per l’Italia l’anno più duro fu il 2009, quando il Pil segnò una contrazione del 5%.
Nel 2008 l’Europa cercò di valutare in fondo lo stato degli Istituti bancari della propria area, predisponendo un piano per un possibile salvataggio in caso di necessità, mettendo a disposizione degli stati un fondo di 800/miliardi di euro che vennero così utilizzati: Germania per 238/miliardi, Spagna per 52/miliardi, Irlanda per 42/miliardi, Grecia per 40/miliardi, Italia per 4/miliardi mentre dalla Francia non venne utilizzato..
In sostanza venne utilizzato meno della metà di quanto disponibile e, iniziata la crisi del nostro sistema bancario, questo residuo d’importo non poteva più essere utilizzato perché la scadenza della validità di quella norma era il 31 dicembre del 2014.
Allora noi abbiamo pagato un salato conto per la incapacità, o per un falso senso di superiorità, dei veri responsabili che in quel periodo rappresentavano il nostro paese: Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi.
Stiamo con gli occhi bene aperti oggi, perché questo tipo di crisi si sa come nascono, ma non si sa come e quando finiscono.
Errare umanun est, perseverare diabolicum…….
angiolo alerci