
Fonte: Pietraperzia scoperta del territorio
CHIESA DI SANT’ELIA
All’angolo tra la via Principessa Deliella e la via Rosolino Pilo sorge la piccola chiesa di S. Elia. Non si conosce la data di erezione nè perché sia stata intitolata a questo santo di cui si è persa memoria dalle nostre parti e la cui festa cade il 17 agosto. Questa chiesetta fu cappella privata della famiglia Potenza – Di Blasi. Dopo il 1844 fu ceduta alla Diocesi e divenne rettoria affidata ad un sacerdote rettore. Il più antico rettore di questa chiesa fu il Rev. Don Diego Ciulla che venne nominato dal Vescovo di Piazza Armerina il 2 settembre 1867. Nel 1978, la chiesa assieme ai locali annessi è stata ristrutturata. Essa ha una discreta facciata con timpano e croce, è ad unica navata, misura metri 15 x 6 ed è tagliata da un’arcata in corrispondenza del coro. Nella cappella era presente la statua di S. Rita in ginocchio davanti al Crocifisso. Possiede un prezioso tabernacolo in bronzo circondato da angeli.
Nel presbiterio si potevano ammirare alcune tele settecentesche che purtroppo sono state trafugate nel 2011. Le due tele sono catalogate e fotografate, di esse si conoscono le misure esatte e quindi sono riconoscibili.
Quella raffigurante l’Annunziata era collocata nella Chiesa del Rosario ed era oggetto di grande culto soprattutto da parte delle donne gravide e di quelle che non potevano avere figli.
L’altra tela raffigura la Madonna col Bambino e due santi, tra cui Sant’Elia, titolare della chiesa. Questo santo è poco conosciuto dai cattolici, ma molto venerato dai bizantini. Elia nacque ad Enna verso l’anno 829; fu un monaco asceta siculo-greco dalla vita avventurosa. La sua fu una vita itinerante, intessuta di avventure, viaggi a piedi, fondazioni di monasteri, miracoli; fu costretto ad abbandonare la sua città natale Enna, assediata dai Saraceni e da loro conquistata nell’859; cadde comunque nelle loro mani e fu venduto schiavo in Africa. Liberato in seguito, si mise a predicare il Vangelo a rischio della propria vita; costretto a fuggire, si rifugiò in Palestina, dove ricevette l’abito monastico. Dopo la caduta in mano degli arabi di Siracusa (878), si recò in Calabria dove verso l’880 fondò il monastero di Saline vicino Reggio Calabria, che poi prese il suo nome. Minacciato dalle incursioni saracene fu costretto ad allontanarsene prima a Patrasso in Grecia e poi a S. Cristina nell’Aspromonte. L’infaticabile monaco andò anche pellegrino a Roma e al suo ritorno fondò il monastero di Aulinas (900-901) sul monte che prese il suo nome presso Palmi; la fama della sua meravigliosa attività, predicazione e dei numerosi miracoli, giunse anche in Oriente, per cui l’imperatore Leone VI il Filosofo (866-911) lo invitò a Costantinopoli. Ancora una volta, l’ormai anziano Elia si mise in viaggio, ma non riuscì a giungere a destinazione. Arrivato a Tessalonica, si ammalò e qui morì il 17 agosto del 904. Il suo corpo fu trasportato ad Aulinas presso Palmi e, secondo il suo desiderio, tumulato nella chiesa del monastero. Il suo nome resta legato al Monte S. Elia, oggi meta turistica molto frequentata e sul quale sorge un oratorio in suo onore. Recentemente la chiesa è stata affidata dal rettore parroco Don Osvaldo William Brugnone all’ associazione Sicilia Antica operante sul territorio per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.