Giovanni Pistorio – Segretario Generale Fillea Cgil Sicilia.
Ancora una maledetta volta un lavoratore edile perde la vita lavorando.
Ancora una maledetta volta siamo costretti a chiedere giustizia sapendo che nessuna giustizia potrà ridare la vita al giovane Roberto Savasta, 27 anni,
caduto dal tetto di un capannone a Valguarnera (Enna) al suo primo giorno di lavoro.
Non vorremmo che ancora una volta si liquidasse una morte sul lavoro come una semplice e ineluttabile fatalità.
Le morti sul lavoro non sono mai una fatalità o un tragico pegno da dover pagare quando si lavora in edilizia.
Dopo anni di crisi, il settore edile in Sicilia è in crescita ma non può essere questo il prezzo da pagare per la ripresa.
Alcuni dati: in Sicilia (censimento marzo 2022) lavorano quasi 41.000 lavoratori e sono attive 9.300 imprese edili.
Cresce del 18,31% il numero dei lavoratori occupati rispetto all’anno precedente e dell’11,51% il numero delle imprese.
Non cresce, invece, il numero degli ispettori del lavoro, che per tutti i settori di attività nell’Isola, è pari a 60.
I pochi ispettori rimasti in attività e le forze dell’ordine che eseguono i controlli sono costretti a fare sforzi disumani per garantire poco e niente rispetto ai controlli che andrebbero fatti.
Porgiamo ancora una volta il nostro cordoglio e le nostre frasi rituali che però dimentichiamo il giorno dopo, a partire da chi ha responsabilità politica di sbloccare il sistema dei controlli e di rimpolpare la schiera degli ispettori.
Eppure, i sistemi messi a disposizione del sistema dell’edilizia, a partire dal Durc di congruità sino all’obbligo di inquadramento nel settore edile, con gli obblighi formativi sulla sicurezza che ne conseguono, sono tanti ma manca dall’altra parte un sistema di controlli efficace.
Passata la commozione per la morte di Roberto Savasta, a cui va il nostro pensiero, occorre operare affinché chi esce di casa la mattina per andare al lavoro possa avere la certezza di tornare a casa.