
Circa 200 mila euro per il recupero del percorso della via crucis e del monte Calvario.
Sono quelli richiesti dalla Parrocchia Mater Ecclesia attraverso la Curia Vescovile per l’area del Santuario di Papardura e su input della Congrega dei Massari attraverso il fondi del Pnrr con la misura che prevede il restauro del patrimonio architettonico e rurale in Sicilia che prevede una somma complessiva di circa 76 milioni e 500 mila euro.
La Congrega dei Massari tra l’altro a proprie spese ha presentato il progetto redatto dall’architetto Sebastiano Fazzi.
La Regione Siciliana ha dato il via al nuovo bando finanziato dal PNRR che prevede contributi a fondo perduto per il recupero e la valorizzazione di edifici storici rurali e per la tutela del paesaggio rurale.
Il bando, approvato con D.D n. 1292 del 12.4.2022 , più nel dettaglio prevede il finanziamento degli interventi di soggetti privati che vorranno recuperare edifici storici quali casali, masserie, frantoi, stalle e mulini, ma anche chiese rurali ed edicole votive, e ancora muretti a secco, fontane, pozzi e altre strutture tipiche del paesaggio rurale siciliano e testimonianza dell’economia agricola tradizionale e dell’evoluzione del paesaggio, allo scopo di tutelare e valorizzare i beni della cultura materiale e immateriale e di ripristinare la qualità paesaggistica dei luoghi, nonché di promuovere nuove iniziative e attività legate alla fruizione turistico-culturale sostenibile e legate alle tradizioni e alla cultura locale.
Possono presentare domanda di finanziamento:
• persone fisiche
• enti ecclesiastici civilmente riconosciuti,
• enti del terzo settore e altre associazioni,
• fondazioni
• cooperative
• imprese in forma individuale o societaria,
Gli immobili ammissibili sono individuabili negli edifici ed insediamenti storici che siano testimonianze significative della storia delle popolazioni e delle comunità rurali, delle rispettive economie agricole tradizionali, dell’evoluzione del paesaggio. Rientrano in questa
definizione:
1. edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, masserie, ecc…), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l’attività agricola circostante e che non siano stati irreversibilmente alterati nell’impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico-costruttive e nei materiali tradizionali impiegati;
2. strutture e/o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l’attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, pozzi, recinzioni e sistemi di contenimento dei terrazzamenti, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);
3. elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (cappelle, chiese rurali, edicole votive, ecc.), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali, ecc.