CASINI CAMBIA SEMPRE
In politica, spero solo in politica, fidarsi di Casini non è una scelta seria.
Subito dopo la fine della Democrazia Cristiana, io che ancora mi considero un democristiano senza partito, per un po’ di tempo ho condiviso la scelta del tentativo di Casini di ricostruire il vecchio partito.
La mia delusione per i suoi discorsi e per le varie e continue posizioni che assumeva, in contrasto con quella che doveva essere la linea della nuova D.C.,mi consigliò di difendere le mie idee, non solo rinunziando alla sua vicinanza ma valutando in chiave critica quelle che per me erano scelte non condivisibili.
Il 16 novembre 2012, in occasione di un incontro di Casini con Bersani ed Alfano, all’affannosa ricerca di un’intesa sulla modifica della legge elettorale allora vigente, così scrivevo:(nota pubblicata su diversi giornali on line e riportata alla pag.40 del 1° volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana):
“La verità è molto chiara: Alfano, Bersani e Casini, per motivi diversi, non potranno mai pervenire ad una seria intesa.
Casini, che vuole rappresentare il centro, è sempre più confuso; la sera va a letto con Bersani e la mattina si sveglia con Alfano. “
Il 3 febbraio 2014 con il titolo “Nuovo Partito Popolare” (pagg 140 e 141 dello stesso libro) così scrivevo:
“L’agilissimo On. Pier Ferdinando Casini, uno dei pochi superstiti della Prima Repubblica, sempre in primo piano nell’agone politico italiano, con l’agilità di un esperto atleta anticipando tutti gli altri responsabili dei partiti minori, ha valutato la portata della legge elettorale allo studio da parte del Parlamento, ha rinunziato alla sua proposta di creazione di un “nuovo centro” ed ha deciso di confluire nel Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano.
Una mossa che più di grande responsabilità è stata di grande intuito politico.
Lo stesso intuito che Casini, a differenza di Fini, dimostrò in occasione delle ultime elezioni politiche, ottenendo un posto di “riguardo” nella lista di “Scelta Civica” del Senato, mentre Fini non venne rieletto.
Casini, nato politicamente con Biscaglia e allevato da Forlani, dopo i fatti degli anni ‘90 si unisce con Mastella, con la benedizione dell’ex Presidente della Repubblica Cossiga, ma l’abbandona per problemi di poltrone e passa con Berlusconi, dal quale aveva ottenuto la promessa della Presidenza della Camera.
Durante la legislatura percepisce che Berlusconi non è più soddisfatto, sia per il modo col quale egli presiede quell’assemblea sia per certi discorsi portati avanti sul piano politico e che, in quel momento, Berlusconi dimostra di avere più fiducia in Fini.
Valutata questa nuova situazione decide di abbandonare la Casa della Libertà, nella convinzione di poter essere determinante in occasione delle imminenti elezioni.
Quando Fini, nel modo che tutti abbiamo visto ripetutamente in TV, abbandona Berlusconi, Casini costituisce il cosiddetto “terzo polo” con Fini e Rutelli nella speranza di determinare una forte attrazione nella pubblica opinione.
Non appena si accorge della indifferenza dell’elettorato nei confronti di questa nuova aggregazione, incomincia a lanciare significativi segnali di una sua possibile collaborazione con il P.D., abbandonando i suoi ultimi interlocutori Fini e Rutelli.
In vista di possibili nuove elezioni con la nuova legge elettorale, confluisce nel Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano.
Una suggerimento ad Alfano, già ex giovane della D.C., da parte dell’ultimo dei fondatori della D.C. di Enna: Casini è uno dei politici di maggiore esperienza dal quale ti dovrai sempre guardare, perché trattasi di un soggetto politicamente non completamente affidabile.”
A distanza di dieci anni Casini è lo stesso, cambia continuamente.
angiolo alerci