BEATRICE CAMPISI E FRANCESCA INCUDINE
PORTANO IN SICILIA LA SIDUN DI DE ANDRÈ/PAGANI
L’adattamento in lingua siciliana: “una prospettiva al femminile degli orrori di guerra, delle sofferenze legate alla migrazione dalla propria terra e alla separazione dai propri cari. Un innesto tra il nostro sentire e le parole degli autori, a cantare e a raccontare il dolore per ‘una piccola morte’ che oggi, più che mai, risuona e ci travolge”
Il brano, contenuto nell’album a progetto “Shaida – Tracce di libertà”, esce oggi accompagnato da un video diretto da Lù Magarò e Gabriele Zanoncelli
IL VIDEO: https://youtu.be/7ilBMtJ10_I?feature=shared
image.png
Esce oggi Sidun di Beatrice Campisi e Francesca Incudine, adattamento in lingua siciliana ad opera delle due cantautrice del famoso brano di Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani. Il singolo, contenuto nell’album a progetto “Shaida – Tracce di libertà” (Appaloosa/Ird), è accompagnato da un video diretto da Lù Magarò e Gabriele Zanoncelli, con la partecipazione speciale dell’attrice e ballerina Rosy Bonfiglio. Un viaggio tra colori e sfumature accompagna la coreografia, basata sull’interazione fra corpo, oggetti simbolici e proiezioni.
Il brano sarà presentato per la prima volta live questa sera, 10 novembre, al Pilsgarten di Pavia (ore 21). Sul palco ci saranno: Beatrice Campisi: voce, pianoforte, chitarra, tamburo; Francesca Incudine: voce, chitarra, tamburo; Riccardo Maccabruni: pianoforte, fisarmonica, chitarra, cori; Elisabetta Campisi: basso
“Sidun – raccontano le cantautrici siciliane – è un brano nato in dialetto genovese, in riferimento alla città di Sidone, teatro di ripetuti massacri durante la guerra civile in Libano. La composizione, che abbiamo adattato nella nostra lingua, il siciliano, tratta un tema che ci sta molto a cuore: l’abbandono forzato della propria terra, la fuga, l’emigrazione, il dolore e la violenza che comportano. Quando Appaloosa Records e Centro Astalli ci hanno proposto di partecipare a “Shaida-Tracce di Libertà”, un triplo album realizzato a favore delle donne rifugiate, abbiamo pensato che questa rivisitazione fosse perfetta per l’occasione.
“Siamo entrambe impegnate nell’approfondimento di tematiche sociali, sia nel nostro repertorio musicale, sia nella vita. Siamo due insegnanti, a contatto con storie dolorose, ma anche di integrazione e riscatto. Da questo comune sentire è nata l’idea di adattare “Sidun” nel nostro dialetto. Noi, isolane, trapiantate al Nord, abbiamo sentito il bisogno di dedicarci a questo progetto e abbiamo cercato di condurlo nel rispetto degli autori e del messaggio della canzone, ma rendendo personale il brano, facendolo nostro. Abbiamo sentito di dover mettere l’accento sul rapporto tenero fra madre e figlio, sulla disperazione e l’impotenza della perdita. Una prospettiva al femminile degli orrori di guerra, delle sofferenze legate alla migrazione dalla propria terra e alla separazione dai propri cari. Un innesto tra il nostro sentire e le parole degli autori, a cantare e a raccontare il dolore per “una piccola morte” che oggi, più che mai, risuona e ci travolge.
De Andrè e Pagani sono riusciti a farsi portavoce di questo lutto con un brano potente e straziante, noi abbiamo provato a trasferire le loro parole taglienti e commoventi nella nostra lingua. Il messaggio è il medesimo, seppur interpretato da una prospettiva femminile: le vittime civili delle guerre, sottoposte a ingiustizie e crudeltà, alla detenzione, alla migrazione forzata, sono la ferita aperta di questo nostro mondo. La cura, secondo noi, può essere cercata solo nel dialogo, nella mediazione, nella costruzione di un clima di pace, accoglienza e crescita reciproca”.
Anche il video si fa portavoce dello stesso messaggio: il dramma della madre, che ha perso il figlio durante un bombardamento, si alterna ora alla rabbia, ora alla tenerezza. Il telo blu, come le onde del mare, rappresenta la necessità di migrare e fuggire dalla guerra. Un video concettuale, che mira al profondo, con un montaggio artistico serrato, che segue il flusso musicale e alterna dramma e sospensione.
image.png
SIDUN
F. De Andrè / M. Pagani
Edizioni: Universal Music Publishing Ricordi Srl
Adattamento testo in dialetto siciliano: Beatrice Campisi, Francesca Incudine;
Voci: Beatrice Campisi, Francesca Incudine;
Percussioni: Francesca Incudine, Beatrice Campisi;
Chitarre, fisarmonica, basso, kalimba, cori: Riccardo Maccabruni;
Produzione, registrazione, mixaggio: Riccardo Maccabruni;
Mastering: Downtown Studios;
Distribuzione: IRD
Label: Appaloosa Records con il supporto del Centro Astalli.
BEATRICE CAMPISI
Beatrice Campisi è una cantautrice siciliana, impegnata nella ricerca di diversi stili e generi musicali: dal jazz alla musica popolare, con un’attenzione particolare rivolta alla canzone d’autore italiana e internazionale. Nel 2017 pubblica il suo disco d’esordio, “Il gusto dell’ingiusto” (USR), prodotto da Siae e Mibac, con la supervisione del cantautore americano Jono Manson e la partecipazione di Claudio Lolli. Nel 2019 si dedica al video-progetto di cover d’autore “Jukebox”. Nel 2022 esce il suo secondo album di inediti, “Ombre” (prodotto da Alosi -Pan del Diavolo-), che arriva in finale al premio “Onda Rosa Indipendente”, organizzato dal Mei Meeting.
Negli anni l’artista partecipa a importanti manifestazioni musicali, tra cui: Catania Jazz, Tenco Ascolta, Storica e Nuova Canzone d’Autore, MEI, Lilith Festival, Donne in.Canto, Buscadero Day, Su la Testa Festival, Canzoni&Parole a Parigi, LeMuse Festival.
Nel 2023 inizia la collaborazione con Francesca Incudine. Le due cantautrici realizzano un adattamento in dialetto siciliano di “Sidun” (Dè Andrè/Pagani), inserito nel triplo disco “Shaida-Tracce di libertà” (Appaloosa), a supporto delle donne rifugiate.
FRANCESCA INCUDINE
Francesca Incudine è una cantautrice siciliana. Nel 2018 con il disco dal titolo Tarakè, vince la Targa Tenco 2018 come Miglior Album in Dialetto e il 20 ottobre 2018 si esibisce al Teatro Ariston di Sanremo per il conferimento della Targa.
Sempre ad Ottobre del 2018 vince il Premio Bianca d’Aponte dedicato alla canzone d’autrice, aggiudicandosi anche il premio della critica “Fausto Mesolella” e la possibilità di realizzare un tour di 8 date grazie al Nuovo Imaie.
Tra il 2020 e il 2023 si dedica ad un progetto di 4 singoli dal titolo “Voci fuori dal muro”; di questo progetto fa parte Zinda, dedicato all’attivista pakistana Sabeen Mahmud, uccisa per i diritti umani, brano nella cinquina finale della sezione Migliore Canzone Singola per le Targhe Tenco 2021.
L’uscita del suo terzo disco è prevista per il 2024.