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La V campagna di scavo del progetto ArcheoTroina si è conclusa. La chiusura del cantiere è avvenuta tra mille peripezie a causa della pioggia. Ma noi ce l’abbiamo fatta, rimanendo sempre operativi. E proprio per questa nostra caratteristica, del “non fermarci mai” siamo qui anche per proseguire il nostro racconto.
Tutto cominciò con USM 90
Parte III
Ma torniamo al punto di partenza di questa storia, cioè il grande muro (USM 90).
Alla fine della parte I lo avevamo lasciato al termine della sua prima “vita”. L’edificio di cui faceva parte, infatti, fu ad un certo punto defunzionalizzato, ma i blocchi che lo componevano vennero riutilizzati per la costruzione di qualcos’altro: una chiesa di modeste dimensioni orientata verso est, dove sono ancora visibili i resti di un’abside. Il legame della chiesa con USM 90 è fortissimo, perché il muro divenne la facciata del nuovo edificio religioso e tanti dei suoi blocchi furono asportati e riutilizzati per costruire il muro nord e alcune parti dell’abside.
Grazie ai dati stratigrafici, ai cocci e alla tecnica costruttiva utilizzata possiamo ritenere al momento che la chiesa fu realizzata in età bizantina, probabilmente nella tarda età bizantina (VIII sec. d. C.). Da questo momento in poi, dunque, l’area di Catena cambiò destinazione e USM 90 cominciò la sua seconda “vita”. I suoi blocchi divennero, cioè, una fonte di approvvigionamento per nuove costruzioni. Sappiamo da Frate Antonino da Troina che nel ‘600 proprio in quell’area erano visibili i resti della Chiesa di Sant’Anna che presentavano nelle murature “cose più antiche”. Abbiamo quindi trovato la Chiesa di Sant’Anna? Al momento crediamo di sì, ma siamo consapevoli che le ricerche in corso e quelle future potranno riservarci altre sorprese e chiarire meglio la testimonianza scritta del frate.
I nostri scavi ci dicono, inoltre, che la presenza dell’edificio religioso absidato influenzò le abitudini di chi frequentava l’area…anche oltre la vita…ma questa è un’altra storia…e ve la racconteremo in un’altra parte.