
L’associazione culturale Agire di Agira promuove un vernissage dell’artista Aurelien Mauplot. L’inaugurazione sabato 28 maggio nei locali di piazza Roma.
Titolo
I mondi invisibili – Canto uno
Genesi
Andare sottoterra significa accettare di essere ciechi.
L’accesso al Salon noir1 della grotta di Niaux è affascinante: ottocento metri di cammino di avvicinamento in un budello umido, freddo e buio alla fine del quale, poco prima della cattedrale sotterranea, la guida si ferma, illumina la parete e sussurra: vedi queste linee e questi punti3… Quel giorno, l’11 settembre 2009, ho scoperto le prime rappresentazioni astratte del mondo. Mi sono subito reso conto che, a parte la linea dell’orizzonte o il filo del ragno, non esiste una linea retta in natura. Era quindi necessario che Sapiens attingesse alla sua capacità di rappresentare ciò che vedeva per arrivare all’essenza della forma: la linea, il punto.
Oggetto
Seguendo le rotte ancestrali tracciate da Sapiens, Les mondes invisibles immaginerà innanzitutto le proto-narrazioni4 evocate dalle pitture e dalle incisioni preistoriche scoperte in tutto il mondo. Dalla Valle del Vézère alla Sicilia, o dai dipinti di Niaux a quelli di Altamira, questi percorsi, reali e immaginari, ci trasporteranno dalle nostre origini ai nostri sogni.
Lavori
Create a partire dai dati raccolti durante le fasi della residenza, le opere assumeranno diverse forme plastiche. Utilizzerò processi cartografici per collegare le linee di ricerca alla narrazione. Utilizzerò documenti d’archivio, fotografie e oggetti per crearne di nuovi o per deviarli. Utilizzerò il video per realizzare diversi filmati girati sottoterra. Verranno utilizzati processi come il collage (foglia d’oro), la cancellazione (gommatura), la stampa (digitale, litografica…), lo sfregamento (carboncino su pietra calcarea), la grafica e la pittura. Tutti questi lavori costituiranno una vera e propria raccolta antologica di un anno di ricerca.
Linee di ricerca
Guidato dai miti di fondazione e dalle rappresentazioni preistoriche scoperte in tutto il mondo, Invisible Worlds è un progetto ambizioso che mette in discussione i nostri legami con i tempi remoti.
Invisible Worlds è costruito attorno a un asse narrativo principale (che mescola fatti storici e dati scientifici con elementi di fiction) da cui emergono opere che si interrogano su una serie di temi distinti e originali: dai sistemi di rappresentazione alla pratica del camminare.
Gli assi dettagliati presentati di seguito sono soggetti all’evoluzione della ricerca teorica e pratica svolta durante la residenza.
– Rappresentazioni preistoriche
Il Sapiens ha lasciato tracce dipinte e incise in grotte, su superfici minerali e in ripari rocciosi, sparsi in tutto il mondo da almeno 40.000 anni.
In Europa, il 48% di queste rappresentazioni sono segni geometrici, il resto sono rappresentazioni zoomorfe e, in misura minore, antropomorfe.
Questi segni geometrici mi ricordano un linguaggio, uno strumento di trasmissione di un sapere perduto, ma nessuno è ancora riuscito a decifrarli.
Rimangono solo le forme abbandonate dal loro significato, a differenza delle figurazioni dei cavalli o dei mammut, che hanno viaggiato nella nostra memoria e condiviso la nostra vita nel tempo.
Tuttavia, questi segni sono tracciati in modo simile dall’Australia all’Europa portando, si può immaginare, significati comuni.
Lo studio di questi segni geometrici sarà quindi il punto di partenza della ricerca. L’obiettivo sarà quello di identificare, raccogliere e localizzare le forme dei siti esplorati in Francia, Spagna e Italia, di integrarle nella narrazione e di esplorare trattamenti grafici originali.
– Miti fondativi
Per comprendere e assimilare questi segni o almeno la loro presenza, dedicherò parte della mia ricerca all’esplorazione dei miti di fondazione.
Basandomi sugli studi di Jean-Loïc Le Quellec, antropologo e mitologo, e sul lavoro di Julien d’Huy1, archeologo, studierò i diversi miti come quello dell’emersione2 o del tuffo creativo per produrne di nuovi che serviranno alla drammaturgia della narrazione e alla creazione di opere: disegni, mappe, sculture…
– Trasmissione
Diverse ipotesi attuali prevedono che le grotte preistoriche fossero luoghi di scolarizzazione, dove il sapere veniva trasmesso da un gruppo sociale all’altro, da una generazione all’altra. Le figure incise o dipinte sulle pareti potrebbero quindi essere state utilizzate da generazioni diverse per trasmettere la conoscenza di un territorio o del passaggio di un particolare individuo.
Questo tema mi sta molto a cuore perché evoca la necessità dell’uomo di condividere la propria conoscenza, da un lato direttamente con la sorella e dall’altro anticipando il contatto con il prossimo passante sconosciuto senza aspettarsi nulla in cambio, solo per necessità naturale. Inoltre, questa idea giustificherebbe anche l’esistenza di dipinti e incisioni, come mezzo di trasmissione eterna.
Discuterò quindi la trasmissione all’interno della narrazione e produrrò opere attraverso il prisma della cancellazione delle immagini.
– Camminare
Una pratica e uno strumento creativo fondamentale per la mia esperienza artistica.
Il camminare è un tempo che lega il passeggiare all’elaborazione tecnica e filosofica; è l’essenza dell’esplorazione, l’apoteosi dello squilibrio.
Ho identificato due tipi di esperienze di cammino che vorrei affrontare durante la residenza:
– La passeggiata di avvicinamento
– Perdersi mentre si cammina
La nozione di cammino di avvicinamento è ciò che precede l’atto e il luogo della creazione (andare in una grotta, in un laboratorio). Immagino questi primi esseri umani che pensano per giorni a cosa dipingere sulle pareti della grotta mentre aspettano di raggiungerla, e l’influenza del paesaggio e dell’esperienza stessa del camminare sulla loro immaginazione. Forse questi segni geometrici evocano anche questi momenti…
Inoltre, avvicinarsi all’esperienza della perdizione significa permettersi di confrontarsi con spazi noti o sconosciuti, approfittare della vertigine che provoca o della contemplazione forzata che comporta. È anche per mettermi al posto di quei gruppi di esploratori dei luoghi più lontani, che avanzavano senza conoscere necessariamente la loro destinazione.
Desidero quindi applicare questo atto creativo e sportivo al mio anno di residenza per perdermi nella Valle della Vézère, lasciare Roma a piedi per raggiungere l’Adriatico; attraversare il Mediterraneo e trovare Altamira… In breve, raggiungere a piedi diversi siti preistorici e ritrascrivere queste esperienze utilizzando mappe, suoni e immagini (linee disegnate in loco e su carta, fotografie…).
Mi baserò sugli scritti di Francesco Careri, Robert MacFarlane e Tim Ingold, per progredire in questa pratica estetica del camminare.
– Il femminile
La teorizzazione della preistoria è costruita in base ai prismi contemporanei in cui si sviluppano gli studi.
Pertanto, la ricerca oggi tende necessariamente a riconsiderare il posto e il ruolo delle donne nelle società preistoriche.
È ormai pienamente accettato che potessero dipingere, incidere e trasmettere accanto, se non al posto, degli uomini.
I segni geometrici citati in precedenza ci aiutano a illustrare queste ipotesi e le rappresentazioni di vulve accompagnate da altri ventotto segni potrebbero essere un buon esempio.
Durante l’anno di residenza desidero esplorare questa nozione di femminile attraverso la preistoria, al fine di portare una narrazione preistoricamente plausibile al gruppo delle donne del deserto.
Mi rifarò agli studi di Carole Fritz e Margherita Mussi sulle rappresentazioni femminili nella Grotta di Pozzo, vicino a L’Aquila.
– Opere d’arte
Create a partire dai dati raccolti durante l’anno di residenza, le opere assumeranno diverse forme plastiche. Possono essere realizzati in loco, altrove e dopo la residenza. Utilizzerò processi cartografici per dare conto delle diverse passeggiate effettuate e per collegare le linee di ricerca alla narrazione.
Utilizzerò documenti d’archivio, fotografie e oggetti per crearne di nuovi o per deviarli.
Utilizzerò il video per realizzare diversi filmati girati sottoterra.
Verranno utilizzati processi come il collage (foglia d’oro), la cancellazione (gommatura), la stampa (digitale, litografica…), lo sfregamento (carboncino su pietra calcarea), la grafica e la pittura.
Tutti questi lavori costituiranno una vera e propria raccolta antologica di un anno di ricerca.
– Un’opera narrativa originale
La parte scritta di Mondi invisibili (narrativa) evocherà un gruppo di donne che cammina in un deserto di 100.000 anni fa e un’escursione di Verner, un uomo che l’estate scorsa era alla ricerca di una grotta perduta.
La residenza di quest’anno sarà inoltre dedicata alla composizione di un corpus di testi da cui emergeranno le scoperte fatte, attraverso fatti storici e dati scientifici, e da cui deriveranno le opere sopra citate.