
Questo il documento approvato lo scorso 4 novembre dalla Direzione Provinciale del PD riunitasi in videoconferenza l’1 dicembre 2020. Al Dibattito hanno partecipato amministratori comunali e i dirigenti politici dei singoli Circoli locali.
Le risultanze del dibattito sono gli elementi base su cui verranno coinvolte le forze sociali, sindacali e datoriali al fine di contribuire fattivamente alla ripresa e allo sviluppo del territorio.
Dal Pd Auspicano che nel breve periodo ci possa essere in tutte le sedi politiche e quindi in seno ai singoli Consigli Comunali un confronto sereno e costruttivo con tutte le altre forze politiche.
Il Segretario Provinciale
(Vittorio Di Gangi)
Documento frutto del dibattito della Direzione Provinciale del 1° dicembre 2020
INTRODUZIONE Per rilanciare le economie dei Paesi membri dopo la crisi causata dall’epidemia di coronavirus, la Commissione europea ha proposto un piano di ampio respiro denominato Next Generation EU (NGEU) – successivamente approvato dal Consiglio europeo nel luglio 2020. In particolare, l’accordo raggiunto sul Piano per la ripresa, punta a mobilitare le risorse finanziarie e gli investimenti necessari attraverso due canali: 1. un quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 rafforzato (1.074 miliardi) 2. Next Generation EU il nuovo strumento per la ripresa da 750 miliardi, che andrà anche a potenziare le missioni del prossimo Bilancio UE.
In linea con gli indirizzi concordati a livello europeo, gli Stati membri sono chiamati all’elaborazione di Piani Nazionale di Ripresa e Resilienza (di seguito PNRR)
Le Linee guida stabiliscono che il PNRR sarà costruito raccogliendo le proposte formulate dalle Amministrazioni, dagli enti territoriali e da potenziali co-investitori e selezionandole secondo criteri oggettivi tali da consentire il conseguimento delle missioni fondamentali e da assicurare un equo trattamento a tutte le proposte presentate.
Gli interventi verranno divisi in due fasi:
1. Nella prima fase il 70 per cento dell’importo totale a disposizione dovrà consistere in progetti da presentare al più tardi nel 2022; le relative risorse dovranno essere impegnate entro quell’anno.
2. Nella seconda fase del programma, il restante 30 per cento delle sovvenzioni verrà allocato secondo una formula che riflette la caduta registrata dal PIL dei Paesi membri nel 2020 e la variazione complessiva registrata nel 2020-2021. Il calcolo si baserà sui dati Eurostat che saranno disponibili a giugno 2022. I fondi relativi alla seconda fase dovranno essere impegnati entro il 2023. I programmi di spesa finanziati dalla RRF dovranno essere completati entro il 2026.
Le risorse della Recovery and Resilience Facility che dovrebbero essere destinate all’Italia sono considerevoli, stimate in quasi 209 miliardi.
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Le Linee guida, prevedono che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza dovrà affrontare quattro sfide che sono state identificate come strategiche:
1) migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia;
2) ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica;
3) sostenere la transizione verde e digitale;
4) innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione
Per affrontare tali sfide strategiche, il Piano nazionale si articolerà in sei missioni, che rappresentano le aree tematiche strutturali di intervento,
I. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
II. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
III. Infrastrutture per la mobilità;
IV. Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
V. Equità sociale, di genere e territoriale;
VI. Salute
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PROPOSTA DEL GOVERNO MUSUMECI
Nel complesso la proposta della Regione si attesta a 26 miliardi di euro così suddivisi tra le sei missioni. Missioni Dotazione finanziaria (€) 1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo
2.930.000.000 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
4.300.000.000 3. Infrastrutture per la mobilità
16.000.000.000 4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura
1.300.000.000 5. Equità sociale, di genere e territoriale
900.000.000 6. Salute
980.000.000
Tot. 26.410.000.000
Il programma si compone di 13 macro interventi, suddivisi in ciascuno delle sei Missioni individuate dalle linee guida del Governo nazionale:
1. Piano per la transizione digitale
2. Piano per la competitività del sistema economico-produttivo
3. Strategia regionale di azione per la lotta contro la desertificazione
4. Piano Sicilia pulita
5. Siciliaenergia
6. Ponte sullo Stretto
7. Aeroporto hub del Mediterraneo
8. Porto hub del Mediterraneo
9. Velocizzazione dell’asse ferroviario Palermo-Messina-Catania
10. Rete dei collegamenti
11. Sviluppo integrato del sistema di istruzione e formazione
12. Piano Sicilia solidale
13. Sistema Sanitario Regionale Sicilia 2.0
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ANALISI DIREZIONE PROVINCIALE Il Recovery Fund è lo strumento individuato dalla Commissione europea per rilanciare le economie dei Paesi membri dopo la crisi causata dall’epidemia di coronavirus. “Il Recovery Fund, come affermato dal Ministro Provenzano qualche giorno fa, costituisce una grande opportunità per il rilancio del Paese”. Il Sud e la Sicilia in particolare non possono perdere questa grande opportunità, forse l’unica che si prospetta nei prossimi anni. Mai come in questo momento ci potranno essere a disposizione della nostra regione risorse così ingenti. Se si pensa che già il Governo Nazionale aveva programmato un Piano per il Sud e se si pensa alla riprogrammazione dei Fondi europei per la Sicilia si comprende come, attraverso una seria programmazione, si potrebbe colmare quel gap che esiste con il resto del Paese e ancor di più con l’intera Europa. Per fare tutto ciò occorre che si abbia una visione ben chiara di quello che, nei prossimi anni, la Sicilia dovrebbe e potrebbe offrire come opportunità di crescita e sviluppo, tenendo bene a mente quelli che sono i punti di forza (patrimonio artistico monumentale, patrimonio naturalistico tra parchi regionali e riserve naturali, così come il patrimonio enogastronomico che risente delle tante eredità delle culture greche, arabe, normanne) ma anche i nostri punti di debolezza (isolamento rispetto ai grandi mercati del mondo, ridotta capacità attrattiva di capitali e di investimenti da parte di operatori stranieri, il tasso di disoccupazione e povertà). Il Governo Regionale, con la sua proposta non sembra avere una visione generale della Sicilia, ma piuttosto sembra rispondere alle sollecitazioni di propaganda elettorale localistiche, limitandosi a fare una lista della spesa che rischia di vanificare o disperdere in mille rivoli le ingenti risorse che potrebbero essere utilizzate per un vero rilancio dello sviluppo e della crescita della Sicilia. Certamente è da sottolineare il fatto che se da un lato la proposta Musumeci entra nel dettaglio di alcune opere da realizzare, dall’altro mortifica le aree interne della Sicilia e non fa alcun accenno al territorio ennese. Guardando al microcosmo della nostra provincia non dobbiamo dimenticare che il nostro territorio è caratterizzato da:
• fenomeni di invecchiamento costante della popolazione, aggravata dal fatto che aumenta sempre più la percentuale di emigrazione di giovani con elevato tasso di scolarizzazione e specializzazioni;
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• scarsa propensione al rischio e all’indebitamento con un forte utilizzo del risparmio familiare anche come ammortizzatore sociale;
• Conformazione orografica collinare con comuni arroccati e con infrastrutture penalizzanti;
• Sviluppo economico basato su un tessuto di tante piccole aziende spesso a conduzione familiare con scarso sviluppo della finanza di impresa;
• scarsa propensione alle politiche di rete e di cooperazione.
A fronte di queste criticità possiamo contare su:
• Monti, laghi, castelli, miniere, boschi, fiumi, aree archeologiche di rilievo internazionale (scavi di Morgantina ad Aidone e Villa Romana del Casale a Piazza Armerina e altre ancora che vanno scoperte attraverso una campagna di scavi che veda la partecipazione di Enti e finanziatori stranieri);
• Mito, storia e cultura con la presenza del quarto polo universitario rappresentato dall’Università Kore, dalla facoltà di medicina dell’Università Rumena di Dunarea de Jos a cui va ad aggiungersi il corso di laurea triennale in terapia occupazionale di Troina.
Oggi, la pandemia ha evidenziato il fatto che le periferie ed i piccoli borghi riescono meglio a contrastare la propagazione del virus. Ciò fa ritenere quindi che occorre ripensare l’agire politico che deve puntare più sulla valorizzazione e lo sviluppo dei piccoli centri e non concentrare l’attenzione soltanto sulle aree metropolitane. Molti giovani sono ritornati nei paesi di origine e ci hanno dimostrato che si può lavorare anche da posti isolati.
Per poter valorizzare le risorse presenti nel nostro territorio occorrono però degli interventi strutturali per poter migliorare i servizi così come una mirata politica fiscale capace di stimolare ed incentivare la propensione alla creazione e sviluppo di attività produttive che possano proiettarsi in un mercato non solo locale ma anche nazionale e oltre.
Per fare tutto ciò occorre avere una visione di una Sicilia che guardi al futuro, che abbia molta attenzione per la cura e il rispetto dell’ambiente e che la proietti in un ambito internazionale.
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PROPOSTE
Bisogna colmare il gap esistente con le altre parti del Paese pensando alla realizzazione di opere strategiche in tema di:
• Viabilità stradale:
o Ammodernare e completare il collegamento autostradale lungo tutto il perimetro dell’Isola;
o Realizzare e completare le lunghe traversali che colleghino i versanti a Nord della Sicilia con quelli a Sud, con particolare riguardo al tratto che collega Santo Stefano di Camastra con Gela;
o interventi straordinari sulla viabilità secondaria (strade non statali) dell’intera regione, così da rendere meno isolate le aree interne dell’isola.
• Collegamenti ferroviari: con la creazione della Stazione ferroviaria ad Enna Bassa così da rendere ancora più fruibile il treno come mezzo di trasporto;
• Collegamenti aerei: con la realizzazione di un aeroporto intercontinentale nella zona Catenanuova/Centuripe con la partecipazione di investitori stranieri, così da poter creare al centro della Sicilia un hub. Il progetto, redatto dall’Università Kore, prevede la realizzazione di una pista di almeno 4/5 chilometri che consentirebbe l’atterraggio di voli cargo e jumbo per le merci e i turisti.
• Connettività: Portare la banda ultra larga in tutti i Comuni;
• Efficientamento energetico degli edifici pubblici;
• Risorse idriche: con la realizzazione e ammodernamento di opere per la raccolta e distribuzione dell’acqua, da sempre bene prezioso per l’intera Isola.
• disabilità: con la creazione di un polo di eccellenza sulla disabilità del Mediterraneo da affiancare all’esistente struttura dell’OASI di Troina.
• Messa in sicurezza dei territori più esposti a rischio idrogeologico delle aree interne, interessate da continue frane anche di rilevante intensità. In molte zone della provincia di Enna e delle aree interne della Sicilia, la presenza di terreni argillosi, accentua questo fenomeno;
• Recupero e ripristino delle superfici boschive percorse da incendio. Valorizzazione a fine energetico della biomassa residua con relativo rimboschimento e consolidamento dei pendii denudati dal fuoco.
• Recupero dei beni storici e monumentali dei comuni inferiori a 30.000 abitanti
Il Partito Democratico ennese sarà impegnato nei prossimi mesi a coinvolgere, attraverso i propri rappresentanti, tutte le amministrazioni locali, le forze sociali, sindacali, datoriali e il mondo accademico al fine di mettere a disposizione del territorio tutte le intelligenze capaci di tradurre in progetti realizzabili le linee di intervento che verranno decise. Questo compito verrà affidato ad un gruppo di lavoro di cui faranno parte vari rappresentanti del territorio provinciale.
Il Segretario Provinciale
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