Con l’inserimento dell’Unesco nella lista dei beni immateriali patrimonio dell’Umanità nel 2018, i muretti di pietra a secco (Dry Stone Walling) vengono riconosciuti tra i primi esempi di architettura rurale, quali “perfetto esempio di armonia tra uomo e natura”. I muretti a secco sono un elemento caratterizzante di tutto il paesaggio rurale mediterraneo, e dunque anche del territorio attorno al vulcano Etna, laddove tratteggiano i contorni degli immensi terrazzamenti, per la maggior parte dei quali coltivati a vigne. Un’arte quasi scomparsa, che pure ha consentito di preservare il territorio nei secoli, prevenendo fenomeni di erosione e desertificazione e che oggi continua a resistere grazie all’opera di pochi e alla passione dei produttori di vino, che sull’Etna in questi anni hanno creato un vero e proprio miracolo. I muretti a secco, sono resistiti al tempo e nel tempo, grazie alle tecniche di costruzione e di conservazione e a quell’antica maestria artigiana, tramandata di padre in figlio, che ancora oggi conserva tutto il suo fascino, evocando emozioni quali la fatica e la pazienza nelle mani di chi sceglie le pietre laviche ad una ad una, incastrandole l’una sull’altra; e sentimenti di amore e bellezza negli occhi di chi si prende cura di ciò che si percepisce come prezioso e per questo da custodire come tradizione, ma soprattutto come futuro. I muretti a secco all’interno dei vigneti terrazzati sull’Etna, rappresentano un elemento di grande valore paesaggistico, salvaguardando la biodiversità.
Da qui nasce il progetto Di-Vino, Innovazione Digitale Vino Marketing Esperienziale, finanziato dal PSR Sicilia 2014-2022 – Sottomisura 16.1 che vedrà protagonisti per i prossimi due anni, il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, come ente capofila, e 5 aziende vitivinicole partner: Benanti, Cottanera, Graci, Russo, I Custodi delle vigne dell’Etna. L’obiettivo sarà quello di utilizzare tecniche innovative di marketing esperienziale (la campagna si chiama “Custodisci i Muretti a Secco”) puntando in generale sugli aspetti storici ed ambientali del vulcano ma in maniera particolare, proprio sulla salvaguardia dei “muretti a secco” e sul valore culturale del binomio “Vino-Etna”. Un approccio di marketing esperienziale che potrà offrire interessanti prospettive poiché si rivolge a consumatori che non vogliono solo acquistare semplici “beni” e “servizi”, ma soprattutto “fare esperienze nuove” con un coinvolgimento sul piano personale ed emotivo.
“Proveremo a creare un valore aggiunto al prodotto vino, anche attraverso il ricorso al mondo digitale e a un sistema di identificazione e tracciatura dell’esperienza vissuta accanto ai muretti a secco” –sottolinea la Innovation Broker Federica Eccel –vogliamo consegnare al consumatore momenti “memorabili” da conservare”.
Il progetto Di-Vino, prende spunto anche dall’esigenza di rispondere ad una domanda sempre più qualificata che riconosce al vino dell’Etna un valore di eccellenza e che si pone l’obiettivo di individuare strategie di marketing esperienziale e comunicazione digitale, capaci di penetrare i mercati puntando sull’unicità del territorio, dei suoi valori storici e delle peculiarità ambientali.
Il settore vitivinicolo sull’Etna vive un periodo di grande crescita e il vulcano certamente rappresenta un volano eccezionale per promuovere l’eccellenza delle produzioni vinicole. La conferma arriva dai numeri: la produzione nel 2021 si è attestata intorno a 34 mila ettolitri di vino (nel 2019, pre-pandemia, era stata di 32 mila ettolitri); circa un terzo delle aziende vitivinicole etnee imbottiglia; e il valore immobiliare dei terreni è cresciuto in maniera significativa. Negli ultimi anni si è molto sviluppato anche l’enoturismo basato proprio sul connubio “Vino-Etna”.