
Una folta delegazione di Lavoratori, impegnati durante la pandemia presso la Asp di
Enna, ieri ha incontrato il Segretario della Cgil di Enna Antonio Malaguarnera il
Segretario della Funzione Pubblica Cgil di Enna Alfredo Schilirò e il Dirigente della
Funzione Pubblica Provinciale Giuseppe Russo. All’Incontro ha partecipato anche la
Deputata del Partito Democratico Stefania Marino.
Si tratta dei precari dell’ASP di Enna , psicologi, educatori, biologi,
amministrativi, tecnici informatici chiamati a gestire l’emergenza Covid nei mesi più
bui della pandemia. L’ASP di Enna ha prorogato l’incarico fino al 28 febbraio.
L’On. Marino si è impegnata a far prorogare gli incarichi dei professionisti
attraverso il decreto Mille Proroghe; in aula questa settimana. Il testo del decreto,
emendato al Senato, estende il periodo per il possesso dei requisiti utili alla
stabilizzazione, 18 mesi fino al 31 dicembre 2024 (ora 31/12/2023) di cui almeno 6
nel periodo tra il 30 gennaio 2020 e il 31/12/2022
I Sindacalisti della CGIL Malaguarnera, Schilirò e Russo hanno ribadito che il
sindacato si trova in prima linea accanto ai lavoratori precari e alle partita iva,
chiedendo al Governo regionale una proroga per arrivare alla stabilizzazione anche
attraverso l’avvio di concorsi pubblici così come prevede la Costituzione.
Una proroga dei termini del Decreto Madia, ha chiesto la Funzione Pubblica
Cgil Nazionale – aggiungono Malaguarnera e Schilirò – per permettere alle
amministrazioni pubbliche di poter continuare le azioni virtuose intraprese per
contrastare il precariato e procedere alle stabilizzazioni del personale che ha già
contribuito negli anni con le loro competenze e professionalità a sostenere l’azione
della PA e rafforzare i servizi pubblici.
Appare necessario – aggiungono i Dirigenti della Cgil Ennese – proseguire il virtuoso
processo di assorbimento del personale precario previsto dal Dlgs 75/2017.
Senza la proroga, le amministrazioni, soprattutto quelle locali, sarebbero
costrette a privarsi di risorse umane già addestrate e inserite nei processi lavorativi
degli Enti e saranno costrette, a perdere mesi, se non anni, nell’indizione di nuove
gare. A fronte dell’urgente bisogno di immettere nuovo personale negli organici degli
enti, – concludono i Sindacalisti della Cgil – sarebbe quantomeno contraddittorio
procedere all’espulsione di quanti, sia pur da precari, già vi lavorano”