L’AUTUNNO CALDO DELLE SCUOLE ENNESI: STUDENTI MANIFESTANTI E SCUOLE OCCUPATE NELLA CITTÀ.
Nella giornata di ieri gli studenti del Liceo Scientifico Pietro Farinato, del Liceo Classico Napoleone Colajanni e dell’Istituto Abramo Lincoln si sono radunati nei pressi del Palazzo Militello per manifestare contro l’accorpamento scolastico. Gli studenti hanno manifestato il loro disappunto e dissenso contro la scellerata scelta della chiusura degli istituti. Inoltre, diversi manifesti sono stati indirizzati direttamente al Ministro Giuseppe Valditara, il quale -tragicamente- ha dato seguito all’indirizzo politico del Governo, autorizzando l’accorpamento e la chiusura di diverse sedi scolastiche. Ciò, ovviamente, diminuirebbe la spesa pubblica per lo Stato, ma avrebbe gravi ripercussioni sotto l’aspetto educativo. In tali casi bisognerebbe rammentare a questo Governo la volontà dei padri costituenti che, nel lontano dopoguerra, giunsero a sottili decisioni di compromesso che produssero diversi articoli fondamentali. Ecco, tra questi, troviamo gli articoli 33 e 34, solidi e massicci palazzi che sorreggono la qualità della didattica sia nella scelta dello studente, sia in quella dell’insegnamento. Ordunque, da qui se ne deduce che l’Italia si appresta alla chiusura di diversi istituti pubblici a discapito di una cultura qualitativamente più scadente e di un insegnamento probabilmente più instabile. Si ravveda il lettore che la mia, lungi dall’essere una critica isolata alla sola didattica, è anche una velata denuncia al sistema impiantato, il quale, dal seme della chiusura degli istituti, genererà una disparità tra privati e pubblici (incostituzionale) e delle logiche apprensioni delle famiglie; quest’ultimo punto bisogna annoverarlo poiché, se è vero che lo Stato risparmia qualche soldino, è altrettanto reale che i nuclei delle periferie o dei piccoli comuni saranno costretti a fronteggiare ingenti spese per pagare le trasferte dei propri figli o per garantirne il sostentamento presso città di maggiore popolazione. Tutto questo mentre l’inflazione sciampia e il potere d’acquisto affossa. Il rispetto per le famiglie rimane ancora un diritto insabbiato.
Alla luce di queste doverose premesse, i nostri studenti (figli di genitori che già affrontano esosi esborsi per l’acquisto del materiale perché un libro che cinque anni fa costava quaranta euro oggi ne costa potenzialmente quarantasei) hanno correttamente deciso di manifestare. Da settimane si parla di questa lotta fraticida tra politica locale e giovanissimi, ma i risultati non sembrano ancora giungere. Proprio per tale ragione, gli studenti delle scuole di Enna hanno riproposto un incontro ieri. La presenza degli studenti non è stata eccessivamente folta, probabilmente complice anche una politica non chiara di alcune scuole in merito alle assenze. Tuttavia, oggi, dopo un pomeriggio passato incredibilmente movimentato, gli Studenti del Liceo Scientifico Pietro Farinato hanno deciso di presentare l’istanza di occupazione. Nella mattinata è giunta la Digos, lasciando spiragli per l’iniziativa. Al termine di una mattinata convulsa, i rappresentanti sono stati chiamati ad un consiglio straordinario. Al termine del consiglio si è optato per una modalità di occupazione più alleggerita che prevederà il regolare svolgimento delle lezioni senza interrogazioni. L’occupazione effettiva dei locali avverrà unicamente di pomeriggio.
Matteo Franco Russo