
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una di quelle lettere che racconta di una bella storia. Quella che racconta la signora Chiara Stella Capuano di Valguarnera che vuole evidenziare come la buona sanità ci sia anche nei nostri territori.
La signora Chiara Stella Capuano infatti nei giorni scorsi ha portato la madre all’Ospedale Umberto I dove dopo il passaggio dal Pronto Soccorso è stata ricoverata in condizioni preoccupanti, al reparto di Nefrologia. Ed è il personale tutto di questo reparto che la signora Chiara Stella Capuano vuole ringraziare per la professionalità e soprattutto l’umanità con cui è stata gestita la situazione di sua madre.
“Medici ed infermieri hanno messo in campo la loro professionalità ma anche tanto cuore – commenta la signora Chiara Stella Capuano – il mio Grazie non sarà mai abbastanza”
Questo il testo della lettera
“Così , è questa la sala d’attesa della morte. Questi assurdi tubi. Gli aghi che mi salgono per le braccia. Cosa ci faccio in questo club di quasi cadaveri ? Che cosa ho a che fare con loro? Non so più che dire quando tutto è iniziato, ne quando finirà.”
Questa è una frase del film “21 grammi”, l’ho scelta perché incarna perfettamente lo stato di equilibrio tra la vita e la morte in quel tunnel che si percorre sperando di poter vedere in fondo una luce.
Mia madre è entrata in coma lunedì 21 Marzo a causa di un innalzamento dei valori della glicemia (a 900 )innescato da un’infezione alle vie urinarie. Arrivata al pronto soccorso i suoi parametri vitali erano seriamente compromessi , il suo corpo era in sofferenza e disidratato. Al pronto soccorso decisero di trasferirla al reparto di Nefrologia . Il Dottore Restivo, responsabile del reparto, comunica la gravità del caso ma il suo sguardo , fin dal primo momento che l’ho incrociato mi ha rassicurata , in quello sguardo c’era la frase “ faremo di tutto per salvarla”. E’ in questi momenti che il tempo sembra fermarsi, non sai se riuscirai più a vedere il sorriso di tua mamma e in mente riaffiorano i ricordi delle ultime frasi e degli ultimi momenti passati insieme. Sono credente ed ho pregato Dio di salvarla ; mia madre ha 63 anni e soffre da trent’anni di sclerosi multipla di conseguenza il suo corpo è molto più fragile rispetto ad un corpo in salute. Chissà se si risveglierà mai e chissà come si risveglierà. In questo percorso durato 10 giorni l’unico appiglio è stato la fiducia in chi ha nelle proprie mani il destino dei propri pazienti. Mia madre dopo 3 giorni ha rivisto la luce , i suoi occhi persi nell’oscurità hanno iniziato a riconoscere i visi dei propri familiari . La gioia piu’ grande che il mio cuore abbia mai provato è aver sentito dalla sua bocca la parola: “ Amore .. “.
Mia madre è stata salvata da un’equipe di medici altamente qualificata, con un elevato spessore umano. Ci tengo a ringraziare tutto il reparto di nefrologia : Dott.re Restivo, Dott.ssa Ferrara , Dott.ssa Cannarozzo, Dott.ssa Sberna ,Dott.ssa Corriere e il diabetologo Dott.re Greca . Un ruolo importantissimo è stato svolto da tutti gli infermieri: Pippo Mazza, Russello Gaetano, Gattuso Loris, Giuliano Elena, Iacona Calogero, Giardina Antonio, Quattrocchi Fabio, Timpanaro Marinella, Amore Marilena, Marasà Paolo, Assennato Angela, Scozzarella Silvia, D’Anna Piero, Buscemi Annamaria e la caposala Irene Cammarata.
Medici ed infermieri hanno messo in campo la loro professionalità ma anche tanto cuore. Il mio Grazie non sarà mai abbastanza