Incontro in Prefettura a Catania, Ricevuto attenzione e ascolto, ma Cia Sicilia Orientale ribadisce: Senza alcun intervento concreto, l’agricoltura si lascia morire
Catania, 9 maggio 2024 – “Siamo profondamente insoddisfatti dalle misure finora adottate dal Governo per fronteggiare la gravissima crisi che le aziende vivono in Sicilia. Riteniamo assolutamente insufficienti i 20 milioni di euro stanziati per le emergenze come primo intervento nei Comuni. Gli agricoltori hanno subito danni per oltre un miliardo di euro e ancora non hanno ricevuto nulla”. Questa la posizione di Cia Sicilia Orientale, ribadita oggi nel corso della riunione, di cui CIA è stata promotrice assieme a Confagricoltura, convocata in mattinata dal prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi. Presenti Stefano Cannistrà, vice presidente vicario, Salvatore Grosso, vice presidente, Giosuè Catania, coordinatore di giunta Cia Sicilia Orientale.
“Ringraziamo per l’attenzione e l’ascolto la rappresentante del Governo che questa mattina ci ha ricevuto –esordisce il coordinatore di Giunta, Giosuè Catania, in video collegamento – ma senza alcun intervento concreto, l’agricoltura si lascia morire. Dopo ben 4 mesi di tavoli e cabine di regia, richieste di incontri e proposte depositate, per il Comparto Agricolo non c’è ancora nulla, o quasi –aggiunge – La politica non ha compreso appieno il dramma che si vive nelle campagne e non ha consapevolezza della necessità di interventi urgenti ed indifferibili per compensare la mancanza di reddito netto delle aziende agricole”.
“La situazione è gravissima in tutti i comparti e si possono purtroppo già tirare le somme – ha spiegato il vice presidente vicario Stefano Cannistrà – Arance di piccola pezzatura in una stagione difficile che non lascia presagire nulla di buono per la prossima; la cerealicoltura in gran parte della Sicilia e principalmente nella Piana di Catania, nel basso Ennese e nella zona del Calatino non vedrà la mietitura”. “Solo erba secca e qualche spiga nana e priva di chicchi – ha aggiunto Salvatore Grosso, vice presidente – Dopo aver sostenuto i costi esosi di produzione in queste aziende il reddito sarà zero con grandi difficoltà ad affrontare la campagna successiva tranne indebitamenti insostenibili. Le ortive da pieno campo come meloni, carciofi, angurie e ortaggi non potranno essere coltivati a causa della mancanza di acqua negli invasi e nel sottosuolo. Allevatori che non avendo pascoli e fieno hanno deciso di portare a macellazione gli animali a fine carriera. Quel poco di fieno che si riesce a trovare, lo si paga con aumenti di 3 o 4 volte in più. Manca l’acqua per dissetare gli animali in vita che senza alcun aiuto diventano una spesa insostenibile”.
Gli invasi siciliani oggi raggiungono appena al 25% del loro potenziale, significa che in quasi tutto il territorio del bacino imbrifero della Piana di Catania non potrà partire la stagione irrigua con danni economici e sociali irreparabili per il comparto. Ecco perché nessuna goccia di acqua va dispersa e va garantito il sollevamento dove l’acqua c’è (Invaso di Lentini ). Anche qui ad oggi nessun intervento pensato è stato realizzato”.
“Di fronte a questo dramma – ha sottolineato Giosuè Catania – il Governo Nazionale non è stato in grado di mettere in campo misure finanziarie finalizzate a garantire quel minimo di ristoro per le aziende agricole e mantenerle in vita. Il Consiglio dei Ministri nel suo insieme avrebbe dovuto avere una visione unitaria e decidere attraverso lo Stato di emergenza un pacchetto di misure anche per l’agricoltura e non frammentare le responsabilità”.
“E’ evidente che la mancanza di programmazione negli anni – ha proseguito Giosuè Catania – è stata devastante per questa terra con gravissime responsabilità dei governi sia nazionale che regionale, privi di professionalità e lungimiranza incapaci di realizzare un vero e proprio Piano di regolazione delle acque ed una riordino della Bonifica”.