
In Provincia di Enna il 50% degli under30 emigra all’estero.
Il dato è sicuramente parziale perché a questi ragazzi vanno aggiunti che quelli si trasferiscono in altre città italiane, soprattutto del Nord, per motivi di lavoro.
La classe politica tutta, locale e nazionale, dovrebbe concentrare i propri sforzi su questo tema. Invece, quello a cui si assiste è un’azione amministrativa senza visione, fatta di tanti micro-interventi scollegati tra loro, che mai o quasi mai sono volti a risolvere il vero problema che ci costringe ad andare via: la mancanza di posti di lavoro.
Vero, la politica locale non può sostituirsi al privato e creare posti di lavoro. Quello che però può e deve fare è creare le condizioni migliori affinché imprese, industrie e start-up possano svilupparsi nel territorio.
L’esatto opposto di quello che è stato fatto negli ultimi anni: la zona industriale di Dittaino è praticamente abbandonata a se stessa, la viabilità interna è allo sbando (complice la soppressione delle Province, unico ente capace di raccordare l’azione politica di tanti piccoli comuni che da soli non vanno da nessuna parte), le tariffe idriche sono alle stelle (che tradotto significa disincentivare ogni tipo di attività di imprenditoria agricola) e non c’è nessun incentivo pubblico allo sviluppo dell’impresa 2.0.
Emblematico è il caso di Enna, dove due anni e mezzo fa si è addirittura vietato il 5G con un provvedimento oscurantista adottato dall’Amministrazione Comunale.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che spesso, troppo spesso, i giovani amministratori sono frenati nell’azione amministrativa da una classe politica vecchia che raramente lascia spazio.
Per fortuna, rispetto a questo scenario desolante, la nostra generazione ha un vantaggio strategico: la testardaggine.
Non ci fermeremo.