Encoder assoluto: cos’è e quando si usa
In alcuni casi il nome di uno strumento o di un dispositivo permette subito di capire qual è la funzione che svolge. In altri, invece, non è affatto così, anzi: ci sono strumenti il cui nome manda in confusione addirittura i professionisti del settore.
Questo è il caso dell’encoder assoluto, una sorta di “codificatore” che viene usato per il feedback e il controllo del movimento in una vasta gamma di settori. Gli encoder si trovano in macchinari adibiti al taglio, all’imballaggio, al trasporto, allo smistamento e al riempimento, oppure nei robot e sì, addirittura in alcuni modelli di smartphone.
Ma cos’è davvero un encoder assoluto? A cosa serve e come funziona? Nell’articolo di oggi trovi la risposta a queste e altre domande che potresti avere su questo interessante dispositivo.
Cos’è un encoder assoluto
In poche parole, l’encoder assoluto è un dispositivo di rilevamento che fornisce feedback. Gli encoder convertono il movimento in un segnale elettrico che può essere letto da qualche tipo di dispositivo di controllo all’interno di un sistema di controllo del movimento, come un contatore o un PLC.
L’encoder invia un segnale di feedback che può essere utilizzato per determinare la posizione, il conteggio, la velocità o la direzione di un qualsiasi componente in movimento. Il segnale viene ricevuto da un dispositivo di controllo che, di conseguenza, invia un comando per eseguire una determinata funzione.
Esempi pratici
Come spesso accade, le cose diventano più chiare quando si fa qualche esempio pratico. In macchinario per il taglio, ad esempio, l’encoder comunica al dispositivo di controllo quanto materiale è stato inserito, in modo che questo possa inviare il comando “taglia” alla lama nel momento giusto.
Lo stesso vale per le stampanti industriali, ad esempio. Il feedback ricevuto dall’encoder assoluto attiva una testina di stampa per creare un segno in una posizione specifica. Nei macchinari per l’etichettatura, invece, il segnale dell’encoder viene utilizzato dal PLC per controllare i tempi e la velocità di rotazione della bottiglia o di qualunque altra confezione su cui applicare l’etichetta.
Nelle gru di grandi dimensioni usate per le demolizioni e i lavori di riqualificazione, gli encoder montati su un albero motore forniscono un feedback di posizionamento in modo che la gru sappia quando sollevare o rilasciare il carico, mentre negli ascensori, gli encoder comunicano al controller quando la cabina ha raggiunto il piano corretto e si è fermata nella posizione corretta. Esatto! È grazie a un encoder assoluto che le porte dell’ascensore si aprono allo stesso livello del pavimento.
Come funziona un encoder assoluto
Gli encoder assoluti non sono tutti uguali e possono basare il proprio funzionamento su diversi tipi di tecnologie per creare un segnale, tra cui: meccanica, magnetica, resistiva e ottica.
L’encoder assoluto più diffuso è quello ottico, in cui il feedback viene fornito sulla base del rilevamento delle interruzioni di un segnale luminoso. Un raggio di luce emesso da un LED passa attraverso il Code Disk, che è modellato con linee opache (molto simili ai raggi di una ruota di bicicletta).
Mentre l’albero dell’encoder ruota, il raggio luminoso proveniente dal LED viene interrotto dalle linee opache sul disco prima di essere captato dal sensore di luce. Questo produce un segnale ad impulso: luce = acceso, nessuna luce = spento. Il segnale viene inviato al contatore o al controller, che invierà quindi il segnale per produrre la funzione desiderata.
La differenza tra encoder assoluti e incrementali
Gli encoder possono produrre segnali incrementali o assoluti. I segnali incrementali non indicano una posizione specifica, ma solo che la posizione di un oggetto o di un componente è cambiata.
Gli encoder assoluti, invece, utilizzano una “parola” diversa per ogni posizione, il che significa che un encoder assoluto fornisce sia l’indicazione che la posizione è cambiata sia un’indicazione della posizione assoluta dell’encoder.