
Walter Cardaci, direttore della Pastorale sociale della diocesi armerina:
“Sul Policlinico Enna e Caltanissetta uniscano le forze, no a fratture”
Enna, 20 marzo 2023
“Il Policlinico universitario non diventi occasione di scontro, le aree interne della Sicilia devono lavorare assieme per creare lavoro e sviluppo”. A dichiararlo è Walter Cardaci, direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Piazza Armerina.
“Lo scontro tra Enna e Caltanissetta per la sede del Policlinico universitario si sta trasformando in una vera e propria guerra dei poveri che non porterà a nulla – spiega – solo mettendo da parte egoismi e campanilismi e unendo le forze possiamo portare avanti un serio progetto di occupazione e formazione per i giovani delle aree interne, le più svantaggiate della Sicilia”.
Prendendo spunto dalle parole usate dal presidente della Regione Renato Schifani nell’incontro dello scorso 6 marzo con la Conferenza episcopale siciliana, Cardaci aggiunge: “Da ennese desidero che il Policlinico abbia sede a Enna, ma l’interesse maggiore per tutti i cittadini dell’entroterra deve essere quello di creare unione e realizzare nuove opportunità lavorative, senza mettersi l’uno contro l’altro”.
La proposta fattiva del direttore dell’Ufficio della pastorale e del lavoro è quella di organizzare un tavolo operativo tra i rappresentanti di Enna e Caltanissetta “per trovare un punto di incontro su una questione che può e deve trovare soluzioni comuni e ottimali per entrambi i territori”. E dichiara ancora: “Sarebbe opportuno un confronto permanente tra Enna, Caltanissetta e Agrigento per affrontare le sfide delle aree interne dell’Isola. Il mio Ufficio è pronto ad accoglierlo”.
Altro appello è, infine, quello lanciato da Cardaci per la struttura ex Ciss di Pergusa: “Si tratta di un complesso che può diventare un altro importante volano per lo sviluppo della nostra terra – afferma – se davvero c’è la volontà di farne un centro di riabilitazione medica di alto livello, allora bisogna creare una fondazione tra Comune e Asp e che coinvolga anche enti privati per rimettere finalmente in moto una struttura bloccata ormai da vent’anni. Diventa urgente farlo adesso, per mettere fine ai tanti viaggi della speranza affrontati ogni giorno da famiglie che vivono il calvario di malattia e disabilità”.