Perché i neolaureati in Sicilia non trovano lavoro? Non è un problema di occupazione ma di occupabilità
D’Amato, esperto di risorse umane e occupabilità: “Il nodo da sciogliere è il rapporto tra le esigenze concrete delle aziende e i reali sbocchi occupazionali delle nostre lauree brevi”.
Catania, 22 dicembre 2020 – La laurea non serve? A giudicare dai dati sul tasso di occupabilità dei neolaureati in Sicilia qualcuno potrebbe essere tentato di rispondere affermativamente. L’Eurostat, nel suo periodico monitoraggio relativo al 2019, ha confermato che le regioni del Sud Italia hanno registrano le minori opportunità di inserimento lavorativo dei neolaureati, con il 32,2% della Sicilia contro una media di occupabilità dei laureati europei dell’85,5%. Tra i 30 e i 34 anni il tasso di occupazione dei laureati in Sicilia è del 30%. Cosa non funziona tra i neolaureati siciliani?
“Il problema vero non è la qualità delle strutture universitarie né tantomeno il livello di preparazione dei giovani neolaureati siciliani che spesso in altri contesti territoriali eccellono – spiega Ernesto D’Amato, esperto di risorse umane e occupabilità e Ad della società di formazione manageriale Radar Academy -. Il nodo sta nel gap tra esigenze manageriali del tessuto produttivo siciliano e i reali sbocchi occupazionali delle lauree intraprese. E’ qui la natura del ritardo. Dobbiamo fare in modo che l’attività di formazione universitaria sia il più possibile rispondente alle esigenze delle imprese del territorio ed avere, così, un reale sbocco occupazionale. L’accento, quindi, non va posto sul tasso di occupazione quanto sul tasso di occupabilità dei nostri neolaureati. E’ un problema che dobbiamo affrontare a monte intervenendo sul percorso di formazione in rapporto alle imprese”.
Il tasso di occupabilità è quindi il vero indicatore guida dello sviluppo di un percorso virtuoso tra formazione universitaria e sbocco occupazionale che può permettere ai giovani laureati siciliani di invertire la tendenza e allineare la Sicilia ai trend europei. E’ necessario, quindi investire in questo senso. “Sono abruzzese – chiosa Ernesto D’Amato – e come le altre regioni del Sud anche la mia evidenzia un tasso di occupazione dei neolaureati lontano dalla media Ue. Il mio cruccio è favorire ovunque, e in special modo nelle regioni del Sud Italia la cultura del tasso di occupabilità e dell’incontro proficuo tra università e lavoro”.
Chi è Ernesto D’Amato. CEO di Radar Consulting Italia. Classe 1976, imprenditore nel settore delle Risorse Umane. Laureato in Giurisprudenza, dopo aver svolto la pratica legale, consegue un Master Risorse Umane, uno in Sales Management ed uno in Coaching. Si definisce un poliedrico. Appassionato di tennis, di vela, di mare e di musica. Dal 2014 al 2019 matura tra Milano e Roma le prime esperienze in aziende leader del settore delle Risorse Umane, come Adecco, Lavorint e Kelly. Nel 2010 fonda Radar Consulting Italia, società di recruiting e di people acquisition. Ad oggi la società ha sede legale a Milano e dieci sedi in Italia. Tra i clienti, Radar Consulting può vantare molte delle più importanti aziende nazionali e multinazionali. Oltre a occuparsi di recruiting per le aziende, D’Amato ha lanciato nel 2017 una scuola di management – la Radar Academy – dedicata ai giovani neolaureati desiderosi di inserirsi con successo in un mercato del lavoro sempre più cangiante e competitivo.