NAPOLEONE COLAIANNI
In occasione e a commento della manifestazione relativa al concorso internazionale per ricordare l’ennese Francesco Paolo Neglia, avevo suggerito di non dimenticare il nostro scrittore Nino Savarese che, un tempo, veniva anche lui periodicamente ricordato.
Io ho postato su facebook, pubblicato su giornali on line e inserito nel mio libro Cronaca e riflessioni sulla politica italiana volume X, prossimamente in stampa, una nota che lo riguardava.
Avevo anche suggerito di ricordare, cosa che non è mai avvenuta, il nostro concittadino Napoleone Colajanni, il quale fu, tra l’altro, l’artefice di far conoscere, nel 1981, lo scandalo della Banca Romana rendendo pubblica una relazione che era stata per lungo tempo segretata.
Da bancario ho voluto approfondire quella storia che travolse, non solo il mondo bancario, ma l’intera economia del Paese e sono venuto a conoscenza di fatti particolari.
La Banca Romana, per fare soldi irregolari, arrivò a produrre banconote raddoppiando i numeri di serie.
Il governo Crispi nominò una commissione d’inchiesta, la cui relazione il suo successore Di Rudinì, decise si secretare.
Alla morte di Di Rudinì Napoleone Colajanni ne venne in possesso ed il 20 dicembre del 1982 ne diede pubblica conoscenza al Parlamento.
Napoleone Colajanni in quel periodo era uno di deputati più ascoltati, più ammirati e più temuti di quel Parlamento, eletto per dieci legislature, fino alla sua morte.
Ho voluto fare questa premessa e sintetizzare per i nostri concittadini, una sua breve biografia.
Attratto in giovane età dalle attività di Giuseppe Garibaldi, nel 1960 tentò invano di raggiungerlo durante i moti di Palermo, sfuggendo ai genitori.
Due anni dopo, nel 1862, l’attrazione delle idee garibaldine si manifestò nuovamente al passaggio di Garibaldi da Castrogiovanni l’odierna Enna), per Colaianni fu questa l’occasione per arruolarsi quindicenne con i garibaldini, con i quali raggiunse l’Aspromonte, dove fu fatto prigioniero dalle truppe governative e deportato alla Palmaria.
Nel 1969 fu nuovamente arrestato a Napoli, da studente di medicina, per avere preso parte ad una cospirazione repubblicana.
Dopo avere conseguito la laurea in medicina si traferì per un breve periodo nell’America del sud, ritornando a Castrogiovanni dove iniziò la sua stagione politica.
Nel 1872 consigliere comunale, nel 1882 consigliere provinciale e dal 1890 fino alla sua morte deputato.
Nel 1985 fu tra i promotori della fondazione del Partito Repubblicano.
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