“Durante la manifestazione, che si ripete da anni con le stesse modalità, i circa mille partecipanti, schierati in formazione paramilitare e al grido “presente”, per ben tre volte e all’unisono si esibivano nel saluto romano (…).
La Legge Scelba sanziona l’apologia del fascismo in quanto esaltazione dei principi e delle figure che costituiscono i punti di riferimento del regime fascista (l’art. 4, infatti, punisce chiunque «pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure le sue finalità antidemocratiche») nonché chi compie gesti esteriori e materiali riconducibili al disciolto partito (l’art. 5, infatti, punisce chiunque «partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista»).(…) La manifestazione qui censurata, che avrebbe dovuto svolgersi come mera commemorazione dei defunti, si è come sempre tramutata nell’occasione per la rievocazione in chiave apologetica e l’esaltazione (criminale, s’intende…) del regime fascista: un migliaio di nostalgici impegnati a celebrare l’ideologia e le aberrazioni che hanno caratterizzato il ventennio fascista, in spregio alla barbarie che esso ha rappresentato e, non ultimo, delle suddette norme che vietano tali comportamenti, assolutamente intollerabili.
Ciò, inevitabilmente, si risolve nell’auspicio e nell’incitazione per la ricostituzione del partito e solleva l’allarmante pericolo che le varie organizzazioni composte dai c.d. irriducibili e nostalgici del fascismo possano fondersi e dar luogo ad una nefasta ripetizione della cupa storia che ha caratterizzato il regime in parola”.
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