IL TESTAMENTO DI DAVID MARIA SASSOLI
Ieri ho pubblicato una nota con la quale comunicavo l’immatura morte del Presidente del Parlamento europeo on. David Sassoli, al quale avevo fatto dono di un mio libro corredato con una serie di articoli sull’Europa, da me pubblicati su diversi giornali on line, successivamente inseriti nei miei libri di “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana
Questo l’inizio di uno dei miei articoli datato 15 marzo 2018.
I NANI DELL’EUROPA
Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel 1941 vennero confinati dal fascismo sull’isola Ventotene, perché considerati non graditi al regime mussoliniano.
Durante il loro esilio scrissero un importante documento “Per un’Europa libera ed unita. Progetto di un manifesto”, indicando la federazione degli Stati di Europa sul modello statunitense, come unica soluzione per la salvezza della civiltà europea.
E al Manifesto di Ventotene, Altiero Spinelli con Alcide De Gasperi,Jean Monnet, Robert Schuman, Josef Bech, Konrad Adenauer e Paul Henri Spaak fecero riferimento nel 1951 quando, in rappresentanza dell’Italia, della Francia, della Germania, del Belgio, dei Paesi Bassi e del Lussemburgo diedero vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’acciaio, meglio conosciuta come CECA.
Era per loro il primo passo per iniziare l’opera che avrebbe dovuto concludersi con la Federazione degli Stati d’Europa.
Dalla lettera di riscontro pubblicata ieri ho voluto estrapolare le seguenti espressioni:
“Le sue riflessioni sull’Europa politica contenute nelle sue note, sono state lette con la dovuta attenzione e La ringraziamo per il suo impegno in veste di cittadino”.
Ed inoltre “Vorremmo informarLa che nel suo discorso inaugurale, in occasione della sua elezione, il Presidente ha affermato quanto segue: Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pioneristico dei Padri fondatori”.
Sono trascorsi settant’anni e quell’opera sognata dai Padri Fondatori con la creazione di una vera unione politica, non è stata realizzata.
Speriamo che con la sua morte il Presidente Sassoli non si sia portato anche quel testamento.
angiolo alerci