IL NUOVO BERLUSCONI RISCOPRE IL VECCHIO
Ascoltando i discorsi che in occasione di questa nuova campagna elettorale vengono fatti da Berlusconi, mi sono ricordato di una mia nota del 27 ottobre 2014,esattamente otto anni fa, scritta, pubblicata su diversi giornali on line ed inserita alle pagine 200/201 nel mio primo libro di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, che integralmente trascrivo.
“Come è sua abitudine continua a ricordare agli elettori che in questi ultimi venti anni solo i Governi Berlusconi hanno ridotto le tasse e non hanno messo le mani nelle tasche dei contribuenti.
Senza enfasi, diversi provvedimenti adottati da questi Governi in effetti hanno ridotto o eliminato alcune marginali tasse.
È vero pure che durante i suoi Governi Berlusconi non ha messo le mani nelle tasche dei contribuenti.
Con la stessa chiarezza, però, dobbiamo chiarire che, nel contempo, Berlusconi ha firmato molte cambiali che dovranno essere pagate sempre dai contribuenti.
Come già rappresentato in altro articolo, il I Governo Berlusconi trovò un debito pubblico di circa 1300.miliardi di euro e nel 2007 lasciò in eredità al Governo Prodi un debito di circa 1600 miliardi di euro, rimasti uguali al momento in cui Prodi restituì a Berlusconi la conduzione del Governo, e che nel 2011 il debito lasciato da Berlusconi al Governo Monti ammontava ad oltre 1.900miliardi di euro.
Da quanto sopra appare chiaro che, se Berlusconi non ha messo le mani nelle tasche dei contribuenti, nel contempo li ha costretti a pagare circa 600 miliardi di euro per il maggiore debito prodotto dai suoi Governi.”
Debito sul quale in quel periodo gravavano pesantissimi interessi.
Oggi con il suo ben conosciuto sorriso annuncia che saranno diminuite le imposte, sarà applicata una tassa unica da lui proposta ridotta al 23%, sia per le famiglie e per le società o, meglio al 15% come previsto da Salvini. Inoltre, un’ultima trovata, sarà costruito anche il ponte sullo stretto di Messina.
Provvedimenti impossibili a realizzare per la totale mancanza dei mezzi finanziari e con la grande difficoltà di fare accettare, anche per le disposizioni delle norme europee, nostre cambiali che, tra l’altro, maturerebbero interessi usurai.
Berlusconi ed i suoi compagni parlano di riduzione delle imposte ma non indicano da dove devono provenire queste immense risorse per pareggiare il nostro bilancio.
Questo eventuale enorme deficit sarebbe l’eredità che il nostro, salvando la sua, lascerebbe ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
angiolo alerci