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Il giorno dopo un grande evento é sempre un giorno di bilanci, fatto di commenti, positivi o negativi, video da riguardare, le foto da sistemare,le emozioni da rielaborare e perché no, provare a gustare ancora un po’.
Il 3 Luglio per me é sempre stato così e penso che lo sia per ogni ennese che vive con grande attaccamento questi giorni di festa.
Enna ancora una volta si è stretta attorno alla Madonna della Visitazione, la Sua Celeste Patrona, e lo ha fatto nei modi che le sono più cari, quelli che ha avuto tramandati da secoli di devozione e attaccamento filiale, che ogni anno riempiono le strade di questa piccola cittadina siciliana arroccata su un altopiano e che la rendono una città viva, pulsante più che mai.
Ancora una volta Enna si è riscoperta figlia: il profondo legame che unisce noi ennesi alla Madonna della Visitazione non può essere facilmente spiegato a parole, sarebbe riduttivo e si limiterebbe a delle semplici frasi fatte che poco danno valore a quanto esso racchiude.
Bastano alcune immagini, però, per capirlo, per renderlo visibile e tangibile. Basta vedere quanta gente assiepa ogni giorno, per un intero mese, le messe mattutine delle 6,30. All’alba, in giorni festivi o feriali, centinaia di cittadini salgono in Duomo svegliati “do prju” e partecipano alle funzioni: i motivi per cui questo si fa sono svariati e a nulla servirebbe scandagliargli; sono a centinaia, tanti quanti sono i fedeli che vi partecipano: a ciascuno il suo.
Se non basta questo, allora si può esaminare quanta gente dal 29 giugno e per circa un mese sale in duomo prima, a Montesalvo poi, e di nuovo in duomo a fare “visita” alla Madonna, come fosse una parente, un’amica, una persona da andare a trovare. Visitiamo Colei che ci visita, le portiamo le nostre speranze, le nostre preghiere, la nostre difficoltà. Uomini, donne, bambini che assiepano questi due cuori della nostra devozione mariana cittadina: il Duomo e l’Eremo di Montesalvo, e che lo fanno a qualsiasi ora: di mattina presto o di sera tardi, nelle ore più calde e in quelle più fresche, in quelle solitarie o in quelle più affollate. Un andirivieni continuo, forti dell’esigenza di un contatto, di uno sguardo, di una presenza.
Non basta questo? Allora bisogna guardare al fiume di popolo che ieri seguiva la Nave d’Oro lungo le strade della città: all’arrivo a Montesalvo, girando lo sguardo, tutta la salita di Montesalvo, la Piazza Europa, il Viale IV Novembre erano invasi di popolo e gente; non è solo richiamo dell’aspetto laico della festa, non può solamente essere questo; si potrebbe preferire altro a dei fuochi e un concerto, o che dir si voglia. Invece Enna continua a scendere per strada, e non solo Enna, ma anche gente di centri vicini, turisti affascinati. Tutti alla sequela di questa piccola Madonna ricolma d’oro.
Già, l’oro: non vi basta quanto detto? Allora un occhio bisognava darlo più attento alla statua della Madonna proprio ieri per scorgere, tra i luccichii di bracciali e collane, tanti fiocchi azzurri: tanti, ma proprio tanti. Sono nuovi gioielli affidati, nuove lacrime versate, nuovi voti offerti, nuove grazie esaudite. Tanti, ancora oggi: nel 2024, quando si parla di secolarizzazione imperante, qui ancora si affida una collana, un bracciale, qualcosa d’oro a Maria: segno di una devozione forte, robusta, salda, di affidamento totale.
Ad alcuni potrebbe non bastare ancora: guardate l’immane sforzo degli Ignudi della Confraternita di Confraternita degli Ignudi Maria SS. della Visitazione . Uno sforzo non solo fisico, indubbio e sotto gli occhi di tutti: grandi e piccoli a piedi scalzi, gravati dal peso della vara, grondanti sudore e fatica, uniti e stretti da un comune sentire, una devozione comune, una comune appartenenza. Non solo questo, dicevo, ma sacrificio anche economico, per i tanti ennesi lontano da questa città che anche se per un giorno o poco più, scendono per poter scorgere e sorreggere ancora Maria SS. Il sacrificio di tanti, degli amministratori, dei parrocchiani, di tutti coloro che con zelo, amore, cura e anche profondo spirito di sacrificio impiegano il loro tempo libero, sottraggono agli affetti e al lavoro ore e risorse preziose pur di organizzare qualcosa che non è assolutamente semplice, che fanno con servizio, amore e zelo grandi. Dedizione a cui dovrebbe andare tutto il nostro plauso indipendentemente da tutto, anche se qualcosa poi magari non piace o non rispecchia i pronostici. Servizio per nulla scontato, in un tempo dove tutto é legato alla logica del guadagno!
Non basta ancora questo? Allora guardate un po’ i dati enormi di quanta gente si è connessa alle dirette sui social e sul digitale terrestre, gente magari lontana con il corpo ma non con il cuore: che ha seguito, ha sofferto, ha gioito insieme ai propri concittadini.
A questo lungo elenco si possono aggiungere i fantasmagorici fuochi artificiali che hanno impreziosito la serata, lo zelo e il lavoro dei frati minori che da ieri e per i prossimi tredici giorni permetteranno a tutti di sentire quell’eremo un po’ come casa propria, a chi si è speso perché tutto procedesse con ordine, nonostante la caoticità del momento.
Anche il freddo, insolito in questa che si preannuncia un’estate torrida, non ha avuto la meglio, come tante altre cose accadute in questi tempi, sull’amore che gli ennesi hanno per la Santa Patrona.
Enna deve fregiarsi di tutto ciò, ogni ennese dovrebbe farlo.
Ci sono tante cose che dovrebbero essere sistemate, perfezionate certamente, per far si che questa festa cresca e venga conosciuta e non sola, perché si capisca il senso di tante cose, cambino alcuni approcci a ciò che viviamo o facciamo: ciò che di bello e importante rimane,e che dobbiamo tenere a mente all’indomani del nostro amato due luglio, è questo comune sentirsi figli di questa città, madre come la Santa Madre che abbiamo portato in processione ieri, che ci vuole stretti accanto a sé, uniti nell’operare per il bene comune, per la sua e nostra crescita.
Neanche il guasto alle luci della Nave d’Oro è riuscita a distogliere lo sguardo degli ennesi, molti dei quali non se ne sono nemmeno resi conto: la Madonna della Visitazione brillava alla luce del sole al tramonto, non per gli ori che portava addosso, ma per l’amore e l’affetto che questa città le ha ancora una volta tributato.
Sono queste alcune delle cose che penso , all’indomani di questo 2 luglio, piccola parte di tante altre cose che vorrei dire ma che tengo gelosamente custodite , di cui ringrazio questa città per ciò che mi permette di sperimentare e Lei, quella dolce Madre dal volto dolce e tenero che ci fa sentire tutti cittadini fieri e felici.
Evviva Enna, Evviva Marí 💙