CROCE ROSSA ITALIANA
PRESIDENTE CRI – Capitolo 2
In ogni famiglia c’è sempre chi costruisce e chi demolisce.
Così come accaduto in occasione della Presidenza dell’Ospedale, anche da Presidente della CRI ho subito altro processo, questa volta in via amministrativa da parte della Corte dei conti, per un presunto danno erariale di Eu 691.117 provocato alla CRI nella gestione del servizio 118 di Enna. L’origine fu determinata da una ispezione fatta dal Comitato Centrale della CRI, al comitato di Agrigento per presunte irregolarità.
Verbale ispettivo che, senza la dovuta valutazione dei fatti, venne trasmesso alla procura della Corte dei conti di Palermo, che indiziò di responsabilità il Presidente pro tempore di Agrigento, il quale venne condannato in primo grado.
A seguito di questa decisione, la Procura della Corte dei conti accertò che, per quanto riguardava la gestione del servizio 118 in Sicilia, tutti i comitati avevano operato, come da me studiato e suggerito nello stesso modo, contestando a tutti per importi diversi il presunto danno erariale.
Con una lunga mia memoria vennero contestati e documentati tutti i punti richiamati nella sentenza emessa a carico del Presidente della CRI di Agrigento, ma la Procura ritenne di non tenerne conto e rinviò a giudizio per responsabilità amministrativa di un presunto danno erariale, tutti i Presidenti ed i Direttori dei comitati CRI di Sicilia.
La sezione giurisdizionale della Corte dei conti, dopo una seria valutazione degli atti da me trasmessi, si espresse in modo completamente difforme da come rappresentato dalla Procura Generale.
Tutti i punti richiamati con la sentenza di Agrigento, da me contestati con la mia memoria, vennero accettati dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti che usò nella sentenza di assoluzione il seguente termine: “È stato contestato… ed è stato dimostrato che…” riconoscendo che la gestione del 118 aveva procurato alla CRI di Enna un avanzo di eu 303.067 e non prodotto un danno erariale di eu 691.117.
Questa somma, come accertato dalla stessa Corte era stata utilizzata nel modo seguente:
-Eu 150.000 circa per lavori di manutenzione straordinaria ai locali avuti in comodato dal Comune;
-Eu 120.000 circa per acquisto automezzi, attrezzature, mobili e arredi;
-Eu 30.000 circa per acquisto vestiario ed apparecchiature medicali.
OMISSIS
PER QUESTI MOTIVI
La Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana, definitivamente pronunciando, rigetta la domanda risarcitoria proposta dalla procura regionale nei confronti di Alerci Angiolo.
Nella sentenza la Corte dei conti stabilì inspiegabilmente la compensazione delle spese, che determinò un contenzioso con il Comitato Centrale della C.R.I, dal momento che, l’errata valutazione da parte dello stesso Comitato del verbale relativo alla ispezione di Agrigento, era stata la causa degli ingiusti procedimenti a carico di tutti i Presidenti e Direttori della C.R.I. di Sicilia.
Solo dopo diverse note inevase ed una formale diffida, il comitato centrale dispose l’integrale rimborso delle spese sostenute di Eu 12.500 (oltre 12.500 eu per il Direttore), situazione che creò, sostanzialmente, un presupposto di incompatibilità.
La mia sentenza determinò anche la chiusura anticipata degli altri processi in corso.
Nonostante il Commissario Nazionale, con una sua lettera mi “esprimeva il proprio rammarico”, dichiarava di “aver letto con piacere la relazione sui brillanti risultati conseguiti”, “chiedeva di aiutarlo nelle sedi istituzionali a debellare questo andazzo” ed infine “esprimeva la sua solidarietà per il trattamento che mi era stato riservato”, vennero presentate le mie dimissioni irrevocabili, perché ritenevo chiuso il rapporto di fiducia che mi legava alla C.R.I.
Ritengo utile sottolineare che dal verbale di consegna, effettuato a seguito delle mie dimissioni, risulta essere stata anche trasferita una disponibilità liquida di circa 100.000 eu. e quella sede, definita dalla Presidente Nazionale On. Garavaglia, una delle più belle e funzionali d’Italia.
Contestualmente comunicai la mia indisponibilità al rinnovo, in scadenza, della mia carica di Presidente del Collegio Sindacale della SISE spa, che gestiva in Sicilia il servizio emergenza del 118, carica alla quale ero stato designato direttamente dalla Presidenza Nazionale, dal momento che lo statuto della società prevedeva che quest’incarico doveva essere ricoperto da una espressione interna della C.R.I., in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, requisiti solo da me posseduti.
La mia posizione di intensa e seria collaborazione, con a fianco Franco Ingala, mi consentì di curare l’assunzione di oltre 700 operatori del soccorso, del personale amministrativo e tecnico dell’intero bacino senza aver creato alla società nemmeno un solo piccolo problema.