ACAP SALUTE – SICILIA
«ADERIAMO ALLO SCIOPERO DELLA SANITA’ PRIVATA»
Il sindacato scende in piazza con altre sigle venerdì a Palermo per protestare contro i tagli decisi dal governo regionale
«Non vogliamo essere gli “utili idioti” della sanità pubblica e del governo regionale in Sicilia. Siano date le giuste risorse economiche per la salute dei cittadini che hanno bisogno di curarsi».
Con queste semplici e lapidarie parole il presidente siciliano di Acap Salute (Associazione Centri Accreditati Privati Salute), dottore Salvatore Pizzuto, aderisce, col sindacato regionale che guida, allo sciopero della sanità accreditata privata siciliana, che con altre sigle scenderà in piazza venerdì 24 febbraio alle 10,30 e ingrosserà le fila di un corteò che partirà dalla stazione Notarbartolo in piazza Matteo Boiardo, per arrivare davanti all’assessorato regionale alla Salute della Regione Siciliana in piazza Ottavio Ziino.
Lo sciopero e il corteo sono la conseguenza finale della serrata delle strutture convenzionate in Sicilia con il Servizio sanitario regionale siciliano, che hanno chiuso le saracinesche da martedì 21 febbraio per protestare contro la decisione dell’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo di ridurre i fondi della spesa sanitaria regionale 2022 di circa 30 milioni di euro.
«Siamo presenti in oltre 400 Comuni in Sicilia – ribadisce Pizzuto – comprese aree montane e isole dove la sanità pubblica è assente. Ed è questo il premio? Riducendo l’assegnazione dei fondi alle strutture a noi che abbiamo lavorato anche durante la pandemia covid senza mai fermarci? È solo un gesto che esaspera tutta la sanità e tocca in particolare i singoli cittadini costretti, senza il nostro supporto, o ad affidarsi ai tempi biblici delle strutture pubbliche. Per esempio, per quanto riguarda l’ambito della Fisoterapia, noi copriamo, a differenza della sanità pubblica, l’intero territorio regionale siciliano. Senza di noi le conseguenze sono solo lunghe liste di attesa e i tempi di ripresa del cittadino».
Da Acap accusano inoltre il governo del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani di «mancanza di una programmazione, l’applicazione dei contratti, il pagamento delle spese del 2022, l’uso dei fondi inutilizzati sul fronte dell’emodialisi, della radioterapia e delle liste d’attesa».