
In merito all’ articolo sul disconoscimento, da parte della ”rete l’abuso” della panchina viola installata presso il Belvedere di Enna, desidero esprimere il mio punto di vista, avendone condiviso l’iniziativa e avendo contribuito anche fisicamente alla sua installazione.
Lungi dal voler sminuire il valore commemorativo della panchina viola, simbolo della lotta contro la violenza ai minori, ritengo fondamentale sottolinearne soprattutto la sua funzione educativa. L’installazione della panchina, insieme a quelle rosse e gialle, ha dato vita al “Parco della Memoria”, un luogo pensato per stimolare la riflessione, soprattutto nelle giovani generazioni, su tematiche cruciali come il rispetto, la giustizia, l’accoglienza, la tolleranza.
Ed infatti è stato questa l’azione concreta svolta a livello pedagogico, proprio in quel luogo, come dimostrato dalle numerose attività svolte lo scorso anno dalla comunità educante di Enna sulla violenza di genere e non solo, a dare il risultato sperato cioè di fare riflettere e creare una coscienza critica nei nostri ragazzi. La panchina viola, quella rossa, quella gialla, le colorazioni dei monumenti nelle giornate commemorative, le commemorazioni davanti ai monumenti ai caduti,…etc.. rappresentano dei catalizzatori di iniziative concrete volte a promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza, della giustizia e di tutti valori su cui si basa la nostra civiltà e comunità.
Pertanto, auspico che si colga ogni occasione, per trasformare la Memoria in Memoria Operante, in azione, coinvolgendo attivamente la comunità in progetti educativi e azioni concrete e proprio per questo io non disconosco alcun simbolo e anzi spero di onorarli con una fattiva azione educativa.