
La donna del Sabato Santo
Dopo il trambusto di quei giorni, il precipitare degli eventi, i “Crucifigge” e la condanna, la via del calvario e l’agonia sul Golgota, la fretta di calarLo dalla croce e deporlo nel sepolcro, nel vuoto e nel silenzio del Sabato Santo ci rimane solo una cosa, anzi qualcuno: la Madre.
L’unica presenza che possiamo trovare in questi momenti di vuoto, così come nella vita , quando tutto sembra essere l’epilogo di una bella favola finita male, di un fallimento.
È lei chiamata a raccogliere i cocci di tutta una vita che sembrava essere andata in frantumi, spettava a lei il compito di metterli insieme.
E mentre tutto era una festa nelle case degli ebrei felici per la Pasqua, sopratutto in quelle case di chi aveva goduto vedendo il Nazareno spirare, la Madre contemplava nel silenzio tragico del suo dolore la morte del Figlio, tutta una vita incomprensibile nella sua normalità e grandiosa eccezionalità stemperarsi e concludersi in un tumultuoso bagno di sangue.
Pensava a questi momenti in quel sabato pasquale, ma anche ad una frase di suo Figlio:
“Distruggete questo tempio e io lo ricostruiró in tre giorni”:se la sarà sicuramente ripetuta questa frase mentre le bende separavano il figlio alla sua vista, quando la pietra tombale fu rotolata con un tonfo possente che la fece tremare.
Adesso era sola, in quella stanza, pensava al figlio suo nella fredda tomba.
Lo sapeva solo, privo di vita e al solo pensiero impazziva.
“Se le avessero detto che stringeva
a sé l’intero mondo e la sua storia
non l’avrebbe capito.
Erano solo un figlio con sua madre”.
“Donna ecco tuo figlio
Figlio ecco tua Madre.”
Quelle parole, strazianti e dolci allo stesso tempo erano il suo conforto : aveva avuto un ultimo pensiero per lei il suo Gesù, e per l’umanità che aveva amato a tal punto da consegnarsi alla morte.
Mi piace vederla così, Maria, Addolorata in questa giornata di Sabato Santo .
Lei non può essere disgiunta dalla passione del Figlio perché è una parte essenziale dell’ eredità che Gesù, con la morte, ci ha lasciato per sempre .
Ha riscattato la colpa antica con la sua morte Gesù , si è immolato per la nostra salvezza. E in questo ci ha dato anche una Madre, Sua Madre, proprio quest ‘oggi e per sempre , perché non potessimo mai più essere soli, perché potessimo sempre nei calvari della nostra vita guardare a lei, l’ unica presenza di speranza in questo Sabato di dolore, in ogni Sabato Santo delle nostre esistenze.
C’è lei, che ha provato la solitudine e la privazione del Figlio, che non ci lascia soli.
E ci accompagna a credere, a sperare.
Credere, come Lei, contro ogni evidenza, sperare contro ogni speranza.