![](https://ennapress.it/wp-content/uploads/2024/06/mario-la-torre.jpg)
A la Misericordia had’arrivatu e lu carru s’ha fermatu: ogni cetu di persuni l’hanu jutu a riscuntrari sacerdoti,cavalera,tutta quanta la mascianza nun La pottiru purtari.La buntati di Maria di nuddru n’heppi fidi vozi essiri purtata di nuatri contadini.”
In questi versi Giuseppe Patelmo annota e descrive ciò che la leggenda narra da quel 1412 e, questa ,è la descrizione concisa ma chiarissima di quanto accadde al mattino del 29 giugno: non si parla di un luogo qualsiasi lungo il tragitto ma di un luogo ben preciso ” A LA MISERICORDIA” attualmente denominata Contrada Misericordia o bivio Misericordia . Ma perchè i nostri antenati tennero a precisare che il carro trainato da buoi si fosse fermato proprio li? Se il carro era partito da Messina aveva attraversato tutta la valle di dittaino prima di giungere a Enna,non avrebbero dovuto ” arrendersi ” molto prima i buoi? In realtà c’è una parte della leggenda che non tutti ricordano : pare che la notte tra il 28 e il 29 giugno del 1412 il carro si fosse fermato per pernottare presso una masseria in contrada Calderai con l’impegno del conducente di riprendere il cammino alle prime luci dell’alba ma quella notte ,si racconta,le prime luci dell’alba arivarono prima del previsto …circa alle 2 di notte perchè la Vergine arrivasse prima possibile in città .Quella masseria sarebbe stata dove adesso sorge la Chiesetta della Madonna dei Calderai,da questo evento sarebbe nato il modo di dire ( ormai in disuso) ” M’agghiurnò all’arba i quadarara” ovvero mi sono alzato prestissimo!
Dopo questa prodigiosa alba il carro arriva al punto in cui i buoi si fermano A LA MISERICORDIA: Lí comincia la salita piu faticosa per accedere in città,li finisce l’urbe e comincia il contado ,lí si vede la netta distinzione tra ” OGNI CETU DI PERSUNI” i benestanti che erano accorsi dalle pendici per accogliere il simulacro e la semplicità di ” NUATRI CONTADINI” puri di cuore ed ecco che accade qualcosa di imprevisto: Dio attua tutta la sua Misericordia per intercessione della Vergine: “MISEROR” “CORDÅ” ” ( cioè avere pietà dei cuori) e proprio questi “puri di cuore” furono gli eletti a sollevare il simulacro e portarlo trionfalmente in città facendo il loro ingresso dalla porta di San Calogero ( che ,per l’appunto era una porta varcata solo da chi saliva dai campi) La Vergine accede alla sua città “dal retro” quasi in punta di piedi e sulle spalle dei puri di cuore e poveri in spirito!
Facciamoci un bell’esame di coscienza e buona Festa ad ogni ennese!