Coronavirus, gli effetti psicologici a breve e lungo termine (e il ruolo dello psicologo)
Il Coronavirus è stato un fulmine a ciel sereno che ha colpito la popolazione mondiale, tenendola sotto scacco per oltre un anno. Tra speranze e ottimismo, grazie anche alla realizzazione dei vaccini, si fanno prove di normalità, sperando di recuperare dal punto di vista economico e sociale quello che si è perso. C’è tuttavia un aspetto al quale però non si sta dando la dovuta attenzione, ossia agli effetti psicologici a breve e a lungo termine che avrà la pandemia.
Gli specialisti parlano proprio di un trauma da pandemia che si sta manifestando in maniera diffusa sia in soggetti che hanno avuto il Covid sia nelle persone che si sono occupate dei malati. La perdita delle persone care e il lavoro emergenziale sono fonte di forte stress, che può poi degenerare in patologie più gravi, con disturbi cronici. Le stime ritengono che 1 cittadino su 3 è a rischio di disturbi derivati dalla malattia e dall’isolamento forzato e tra questi le donne sono quelle più esposte perché hanno subìto maggiormente le conseguenze del lockdown, che stando sempre agli studi condotti dalla Società Italiana di Psichiatria, hanno dovuto completamente rivedere le priorità e occuparsi della gestione della famiglia. In un contesto così complesso, sarà dunque fondamentale l’intervento dello stato nella pianificazione di interventi rivolti ai cittadini per prendersi cura del loro benessere mentale. Sarà innanzitutto necessario aumentare il numero dei professionisti che afferiscono al settore psicologico, come psichiatri, psicoterapeuti, psicologi e bisognerà potenziare le competenze nella psicologia d’emergenza, una branca della psicologia che si occupa proprio di trattare i traumi che derivano da situazioni emergenziali come quella che abbiamo vissuto.
Il ruolo dello psicologo
Una delle figure principali nell’attuazione di programmi di sostegno psicologico a persone che manifestano sintomi di sofferenza post pandemia è quella dello psicologo, che sarà il punto di riferimento per le persone al fine di trattare i sintomi generati dalla pandemia. Tra quelli più ricorrenti ricordiamo le manifestazioni d’ansia, la suscettibilità e anche l’insonnia, che sono tipici dello stress post-traumatico. Per diventare psicologo ci sono vari indirizzi per la laurea specialistica in psicologia che consentono di specializzarsi nella professione e poter iniziare l’iter di professionalizzazione. Una volta conseguito il titolo infatti bisognerà effettuare un anno di tirocinio e poi accedere all’esame di stato, necessario per iscriversi all’Albo. Per conseguire la laurea, si può scegliere sostanzialmente tra due modalità: frequentare le facoltà tradizionali o iscriversi ad un corso di laurea telematico, che consente di seguire le lezioni a distanza in modalità e-learning. In Italia sono 11 le università online riconosciute dal Miur, come ad esempio Unicusano, che erogano i loro corsi mediante piattaforma online. Investire sulla formazione in questo settore è strategico in questo momento, perché in futuro il benessere mentale dei cittadini sarà sempre più al centro delle politiche sociali del paese e serviranno persone motivate e preparate per superare le conseguenze della pandemia che ci ha colpito. Secondo i primi studi infatti, le ripercussioni post Covid si possono protrarre fino a 30 mesi dall’evento traumatico e svilupparsi anche in un secondo momento. Ci saranno quindi diverse opportunità per chi desidera diventare psicologo, con posizioni aperte nell’ambito della sanità pubblica e della sanità privata.