Avviso pubblico oratori: valorizzarli non può ridursi a un segnale simbolico.
Sella (Don Bosco 2000) “Sono cifre che non coprono neppure i costi annuali di un singolo operatore sociale”
Piazza Armerina (EN)
18 agosto 2025
Lo scorso 1° luglio 2025 è stato pubblicato l’avviso relativo all’erogazione di contributi per il sostegno e la valorizzazione della funzione degli oratori. L’iniziativa, nelle intenzioni, si propone di promuovere progetti di solidarietà, sport, inclusione, educazione e contrasto al disagio sociale e minorile.
Un obiettivo importante, che trova piena condivisione da parte di chi opera ogni giorno sul campo. Tuttavia, leggendo attentamente il decreto e i numeri che lo accompagnano, emergono criticità che non possono essere taciute.
Agostino Sella, presidente dell’associazione Don Bosco 2000, commenta: “Leggendo il bando e la missione che lo ispira mi verrebbe da fare i complimenti. Ma quando si va a verificare la copertura finanziaria, purtroppo, viene da sorridere amaramente: in tre anni sono stati stanziati 1 milione e 500mila euro, ovvero mezzo milione l’anno. Ciò significa circa 23.800 euro per regione, una vera e propria gara tra poveri. Sono cifre che non coprono neppure i costi annuali di un singolo operatore sociale. Non si può pensare di valorizzare un’istituzione educativa come l’oratorio con delle briciole”.
Il bando prevede infatti progetti articolati e impegnativi: dalla formazione degli operatori sociali ed educativi, a ricerche e sperimentazioni metodologiche, fino ad attività educative, culturali, sportive, anche interdiocesane. Sono previsti punteggi aggiuntivi per iniziative che coinvolgano persone con disabilità, per la formazione di educatori specializzati e per progetti che includano anche gli e-sports come ponte tra videogiochi e sport tradizionali.
Obiettivi condivisibili, ma la dotazione finanziaria appare del tutto sproporzionata. “Da un lato – continua Sella – c’è un segnale positivo: il riconoscimento che l’oratorio ha ancora una proposta educativa e valoriale attuale e necessaria. Dall’altro, però, sembra mancare una reale fiducia nel suo potenziale. L’oratorio è il luogo dove i giovani trovano comunità, vengono tolti dalla strada, imparano la solidarietà, l’integrazione, l’uso consapevole delle tecnologie, l’educazione alla pace. Tutto questo non può essere sostenuto con fondi simbolici. Ci auguriamo che questo sia soltanto un primo passo, da seguire con investimenti più seri e consistenti. Perché educare richiede coraggio e visione. E il governo, qualunque sia il suo colore, è chiamato a dare speranza ai ragazzi: senza speranza, continueranno a fuggire da questo Paese”.
Infine la valorizzazione degli oratori non può ridursi a un gesto simbolico, ma deve tradursi in un impegno concreto e strutturale, all’altezza della missione educativa e sociale che queste realtà quotidianamente portano avanti.