LO SFREGIO ALLA TARGA
DI BEPPE ALFANO SCOPERTO
DAL PODCAST “EGORIFERITI”
Il regista Giuseppe Emanuele Cardinale e il giornalista
Vassily Sortino hanno esposto il caso a Sonia Alfano, che ha commentato: «Mio padre più scomodo da morto che da vivo»
Lo sfregio alla targa toponomastica di Barcellona Pozzo di Gotto, nella piazza dedicata al giornalista ucciso dalla mafia Beppe Alfano, segnata con un volgare insulto scritto, è stato scoperto dal regista Giuseppe Emanuele Cardinale e dal giornalista Vassily Sortino, conduttori del podcast “Egoriferiti”, disponibile su YouTube e Spotify.
«Non è tutto – dicono i due podcaster – da una serie di interviste fatte con la telecamera nascosta tra la gente di Barcellona Pozzo di Gotto, emerge un generale disinteresse e fastidio nei confronti di Beppe Alfano, che appare totalmente sconosciuto dai giovani studenti. Il ricordo del giornalista viene inzozzato persino dai più anziani, che lo accusano di essere stato “un maniaco e un pedofilo. Non un eroe”. Solo una persona tra gli intervistati, un avvocato, ha sostenuto, che Beppe Alfano è ancora oggi “un simbolo”».
Sottoposta alla visione dell’immagine che vede sopra la targa col nome piazza Beppe Alfano l’aggiunta, scritta col pennarello, “suca”, la figlia Sonia, durante la registrazione dell’intervista al podcast “Egoriferiti” che andrà online giovedì 13 marzo alle 21, ha dichiarato: «Mio padre fa più male da morto che da vivo. Mi dispiace per gli abitanti di Barcellona Pozzo di Gotto, non per me o mio padre. Quella scritta non è opera dei ragazzini, perché neanche lo conoscono. Non è la prima volta che accade qualcosa a quella targa. In passato è stata buttata giù e l’amministrazione non se ne era accorta».
E ancora Sonia Alfano: «C’è una piccola parte di Barcellona Pozzo di Gotto che ha paura che emerga tutta la verità sull’omicidio di mio padre. Perché manderebbe in carcere avvocati importanti».
«Non è normale – dicono Giuseppe Emanuele Cardinale e Vassily Sortino – che debbano essere due podcaster a denunciare una scritta volgare sulla targa toponomastica dedicata a un eroe antimafia, aggiunta lì chissà da quanto tempo. È palese che in tanti hanno fatto finta di non vederla. Speriamo che le istituzioni di Barcellona Pozzo di Gotto, partendo dal sindaco Giuseppe Calabrò, stiano più attente a ciò che accade nella cittadina e ai veri simboli da non dimenticare mai».