
Presentato a Enna il libro “Quel che resta del caso Moro” di Stefania Limiti.
Con il penultimo appuntamento a Enna, nell’ambito della rassegna “Gli anni di piombo, nel racconto di 4 autori”, sono state ricordate importanti pagine di storia quali la morte del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, ritrovato senza vita il 9 maggio 1978 in via Caetani a Roma, dopo cinquantacinque giorni di prigionia.
Sul palco del teatro Neglia vi erano, quale moderatore, Ernesto De Cristofaro, docente di storia del Diritto Medievale e moderno dell’Università di Catania, l’Onorevole Calogero Mannino, esponente storico della DC, e Stefania Limiti autrice del libro “Quel che resta del caso Moro”. La serata è stata intervallata dalla lettura toccante di due lettere da parte di uno studente dell’I.I.S. “Napoleone Colajanni” scritte da Moro, la prima indirizzata a Zaccagnini, esponente in quegli anni della Democrazia Cristiana, e una seconda alla moglie. A patrocinare l’evento sono stati il Comune di Enna e i due licei “Colajanni” e “Farinato”.
Dopo la presentazione da parte di Claudia Serio, Ernesto De Cristofaro ha avviato il dibattito partendo dai primi passi della vita politica di un giovane Aldo Moro, protagonista dei primi anni della Repubblica Italiana nel Dopoguerra, sedendo già in Parlamento e partecipando alla stesura della Costituzione. Ha quindi continuato illustrando le strategie politiche che ha attuato nei decenni successivi in seno alla Democrazia Cristiana, partito di massa con una maggioranza relativa, creando nuove formule di Governo e coinvolgendo altri partiti. Il tutto attraverso il dialogo e l’apertura, nonché la partecipazione di diverse classi sociali, quali i lavoratori e gli studenti, al fine di dare loro un’identità politica. Il racconto di De Cristofaro è proseguito arrivando agli anni 70, periodo che purtroppo è stato connotato da fenomeni terroristici, culminati nella cosiddetta “Strategia della tensione”.
A prendere la parola in seguito è stato l’Onorevole Calogero Mannino che ha fornito un quadro generale partendo dall’Unità d’Italia, fino ad arrivare alla primavera del 1978, fasi in cui veniva rapito e ucciso Aldo Moro. La sua narrazione è stata ricca di aneddoti e particolari, dato che lui stesso è stato testimone della vita di Moro, essendo stato seduto a fianco sugli scranni del Parlamento. Tra le circostanze, quella connessa al rinvenimento del corpo dello statista a bordo di una Renault 4, in Via Caetani che poteva assumere anche un messaggio politico dato che si trovava in una posizione centrale tra la sede della D.C., in piazza del Gesù, e quella del P.C.I., in via delle Botteghe Oscure. Ulteriore citazione è stata la particolarità dell’abito pulito e stirato che indossava quella fatidica mattina e con in tasca delle monetine, come se potessero essere utilizzate per chiamare da un telefono pubblico.
Dal canto suo l’autrice del libro, Stefania Limiti, ha inizialmente sottolineato la necessità di conoscere la storia perché base dell’attualità e successivamente ha analizzato i tentativi di Moro di portare nell’area di Governo il partito comunista, al fine di evitare che le masse rimanessero fuori e quindi incontrollabili. Una particolare analisi è stata fatta su quello che la Democrazia Cristiana rappresentava in quegli anni e i suoi rapporti difficili con il Partito Comunista, rappresentati da una parte da Aldo Moro e dall’altra Enrico Berlinguer.
Valeria Restuccia